Un libro o un mattone? - Numero 52

Inevitabilmente Vittorio Sgarbi se la prende con qualcuno. Sempre. Se poi va in televisione state pur certi che il suo eloquio, ben fornito e tornito, pieno di immagini e parole ricercate, sarà certamente infarcito di parolacce, espressioni volgari, magari anche insulti, come un hot dog farcito con würstel, ketchup, maionese o senape. E sennò perché lo inviterebbero nei talk show? Sgarbi fa spettacolo, come la Belen con annessa farfallina! L’uomo è un intellettuale in gamba, grande critico d’arte, fascinatore, ma il suo essere sempre e comunque "contro" alla lunga infastidisce. Il 23 aprile su "il Giornale", nell’articolo "Un appunto ai professori : la laurea non dà lavoro" se l’è presa con il ministro Elsa Fornero : " ci irritano i toni da maestrina, le lezioni di vita e di comportamento". Da quale pulpito… Il tutto perché "si è permessa di lanciare un monito impertinente alle famiglie: "Prima di preoccuparvi della casa, provvedete ad assicurare una laurea ai vostri figli". E giù a dire che "l’università non è l’alternativa dell’alloggio", che "non è carino abitare al dormitorio pubblico", che le lauree "per trovare un lavoro sono inutili, perché non garantiscono una preparazione tecnico-professionale", ecc. ecc. Un insieme di luoghi comuni che proprio non era il caso di evocare. Che si trovi prima lavoro come idraulico o fornaio, a parte la crisi, lo sanno tutti. Sgarbi poteva evitare queste banalità. Che il lavoro "intellettuale" abbia i suoi difficili inserimenti nel mondo del lavoro lo sanno anche i bambini (basti pensare al precariato degli insegnanti); ma da qui a svilire in modo ridicolo lo studio e le università ne corre. D’altra parte Elsa Fornero che oltre ad essere professore ordinario di Economia presso l’Università di Torino è anche dal novembre scorso ministro del Lavoro nel governo Monti, insieme ad Agnese Romiti e Mariacristina Rossi è stata autrice dell’articolo "Il mattone in Italia vale più dell’istruzione?", pubblicato già nel numero di gennaio/febbraio di quest’anno sulla Rivista dell’Università Cattolica "Vita e Pensiero". Fra l’altro vi si dice : "L’Italia esibisce un tasso di partecipazione all’istruzione terziaria molto basso per un Paese "ricco" : secondo dati Ocse nel 2006 solo il 13 per cento tra coloro che erano tra i 25 e i 64 anni di età era iscritto all’università, contro il 27 per cento della media. Come sottolineato da Ocse, il basso grado di istruzione caratterizza tristemente il nostro Paese ed è considerato uno degli elementi potenzialmente responsabili della mancata o asfittica crescita". Altro che università di massa! Eppure non si trova di meglio che mettere alla berlina chi invoca una maggiore istruzione, portatrice oltretutto di progressi sociali e di miglioramento di reddito. E’ vero : Elsa Fornero ha un po’ l’aria da maestrina. Ma è una maestrina che si commuove parlando dei sacrifici che si dovranno imporre ai pensionati. L’abbiamo vista in diretta in TV commuoversi sino a strozzarsi la voce : cosa inaudita, nel senso etimologico di mai udito… Beh noi preferiamo questi tecnici/politici ai politici di professione che imbastiscono discorsi retorici, che prend ono in giro i loro stessi elettori, che becchiamo sempre più frequentemente con le mani nella marmellata. Il governo Monti non ci piace più di tanto, ma almeno la Fornero con la sua lacrima ha dimostrato che crede in quello che fa, che sente quello che dice, che ha un’anima!


Il Barbarossa