E FINALMENTE CI SIAMO! - Numero 36

Dopo mesi di discussioni, dibattiti, accuse ed offese, alleanze che si formano e si disfano, si va alle elezioni. Sono importanti queste elezioni politiche 2006. Certamente! Sono tra le più importanti nella vita della Repubblica. Forse solo seconde a quelle del 1948, quando la Democrazia cristiana doveva fronteggiare il Fronte popolare. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata tanta: dalle trasformazioni dei partiti alla sparizione di alcune formazioni politiche, da Tangentopoli alla presenza di Papi che hanno fatto la Storia diversamente da quelli che erano sul soglio di Pietro in quegli anni, dalla nascita dell’era di Internet, al terrorismo, alle guerre in Medio Oriente, al crollo delle Torri Gemelle…tutto, tutto è cambiato. Ma l’ Italia no, non ancora, non ancora abbastanza… Ci dibattiamo ancora in un provincialismo spesso becero e pettegolo come agli inizi del secolo…l’altro, intendo…Comprensibile in un’Italietta giolittiana, incomprensibile oggi in un mondo che ci annovera tra le maggiori potenze industriali. Si parla spesso di degrado e su queste pagine ospitiamo frequentemente chi di questo degrado fa l’analisi. Ma quando "crescerà" l’Italia? Quando questo nostro amatissimo, unico, incomparabile Paese crescerà? Quando saremo capaci di abbandonare comparaggi, mafie d’ogni genere, quel tirare a campare, sempre quel "trovare una pezza", confidare nello "stellone" ieri, nell’uomo forte l’altro ieri, in chi sa cosa domani…Quanto vorrei che la massima pronunciata su di noi italiani non fosse più attuale …"Governare gli italiani non è difficile…è inutile". Il governo Berlusconi, ci siamo dunque, ha tentato di cambiare l’Italia. Ha iniziato a modernizzarla, ma ha trovato le sue belle resistenze. Perché è più facile vivere nel bosco, e nel sottobosco, nella palude in cui si può nascondere il favoritismo, quell’atteggiamento che provoca consenso in cambio di voti. E non parliamo solo dei piccoli favori, delle raccomandazioni, dei voti di scambio per ottenere il posto di lavoro. Berlusconi certamente non è il Messia, né l’ "uomo nuovo" delle profezie…ma l’Italia è cambiata: sono state varate delle riforme che stanno modernizzando il Paese in larghi settori, e questo è innegabile. L’opposizione nei suo confronti appare più giocata sulla persona che sui contenuti, più sul dileggio personale che sulla contestazione dei fatti, anche se - ovviamente - questa è la punta di un iceberg : quello di un modo diverso di intendere la vita. Perché questa è la realtà. A chi dice che "tanto è tutto uguale", che "non c’è differenza tra destra e sinistra", noi rispondiamo che non è vero. La scuola, la famiglia, il modo di intendere il nostro futuro, la società, lo Stato, la politica estera, il libero mercato…tutto è diverso. Siamo di fronte a due visioni antitetiche della vita. Questa è la realtà. E il processo di modernizzazione del Paese è merito anche della Destra. Quanto la Destra ha fatto per la Riforma della scuola, per la lotta alla droga, per la lotta all’immigrazione clandestina, per la difesa della famiglia, per il commercio estero, forse al pubblico che cresce a pastasciutta e televisione interessa meno dell’ultimo lifting del Cavaliere o scoprire se porta le scarpe con il rialzo oppure no, se sotto la bandana gli stanno crescendo i capelli o bisogna ancora attendere la bella stagione… Ma l’Italia sta cambiando. Come diceva Ignazio La Russa l’altro giorno in uno dei suoi tanti comizi, il fatto stesso che adesso si parli di Patria, che ne parli la maggioranza degli italiani, è già un grande successo, un grande cambiamento. Questo da solo ha fatto la differenza tra ieri e oggi. L’Italia sta cambiando e la Destra nell’interno della coalizione della Casa delle libertà ha giocato un ruolo determinante. Questi ultimi anni hanno mostrato come il vecchio non è la Destra, ma un centrosinistra sempre più tenuto in pugno da una sinistra che non ha saputo fare autocritica, non ha saputo rinnovarsi, non ha ancora chiuso i conti con la Storia.


Antonio F. Vinci