Immigrati: il coraggio di vedere - Numero 05

Immigrati: il coraggio di vedere

E arrivò il giorno dello sgombero degli immigrati!
Giovedì 25 ottobre, all’alba, circa 130 carabinieri, con il sostegno di un elicottero che volteggiava sulla città, hanno fatto irruzione nell’area ex Cantoni. Perquisizioni, accertamenti della regolarità dei permessi, identificazioni. Alcuni sono risultati senza permesso, altri in regola e lasciati liberi dopo l’avvenuto accertamento. Ma la durezza della perquisizione ha causato danni rilevanti ai beni degli immigrati. E non dimentichiamo che per chi ha poco, quel poco è tutto. Giuste quindi le critiche se violenza gratuita c’è stata. Ma non vorremmo che si ripetesse la sceneggiata contro le forze dell’ordine avvenuta per i fatti di Genova. Le forze dell’ordine avevano il dovere di fare la perquisizione, di accertare l’eventuale presenza di immigrati legati a basi terroristiche o a loro fiancheggiatori. Sembra che si dimentichi tutto quello che sta accadendo nel mondo. E’ evidente che i diritti umani vadano salvaguardati, ma non a senso unico! Va salvaguardata anche l’incolumità degli abitanti della città. Anche coloro, singoli o associazioni, che hanno a cuore la situazione degli ospiti dell’area ex Cantoni sanno benissimo che tra quelle mura non è stata certo instaurata la Repubblica di Platone o l’isola di Utopia, ma che vi soggiornano anche personaggi pericolosi. Non si comprende, quindi, perché quella polveriera debba essere sottratta ad indagine, a sorveglianza e, se è il caso, ad interventi anche drastici. Il che, ripetiamo, sempre nella salvaguardia della dignità e della persona altrui. Ma fa ridere l’espressione usata nel volantino diffuso subito dopo i fatti dal Coordinamento "A Legnano nessuno è straniero": "Una sessantina di persone sono state fermate semplicemente perché prive di permesso di soggiorno". Addirittura! Ma che Paese liberticida è diventato l’Italia…! Ma ci rendiamo conto di quello che si dice? Ci rendiamo conto che proprio facendo così, scrivendo così, si fomentano reazioni razzistiche nella popolazione legnanese e non sentimenti di solidarietà? La gente, a torto o a ragione, teme di passare - specialmente al buio, di sera - da quelle parti. La sicurezza dei cittadini legnanesi è anche la sicurezza degli immigrati, non dagli immigrati. Certo è indegno di una città civile come Legnano permettere, tollerare, un insediamento abitativo di questo genere. E allora che ci si attivi, che si intervenga decisamente. Il problema della casa è drammatico: deve essere risolto. Non si penserà di risolverlo con le ruspe. Dove andrà questa gente una volta demolita l’area Cantoni? Non possiamo non farcene carico. Non possiamo far finta di non vedere. Non ripetiamo lo stesso errore fatto negli anni Cinquanta nei confronti dell’immigrazione dei meridionali, permettendo la nascita delle "Coree", zone ghetto costruite con case abusive. L’Amministrazione comunale deve fare un salto di qualità. Se è vero che non c’è denaro, allora si limitino altre spese (anche miliardarie) per permettere la costruzione di abitazioni, la ristrutturazione di edifici già esistenti ma abbandonati. La conosciamo già la risposta: "Così ne arriveranno altri". Ma perché credete che la fame, la disperazione si fermerà di fronte al nostro silenzio, di fronte ai nostri occhi chiusi? Credete che si è fermata di fronte al rogo di due anni fa? Si incentivi la nascita di cooperative, si aiutino le associazioni, le parrocchie che, con grande sforzo del volontariato cittadino, aiutano questi uomini e queste donne che sono clandestini, sì clandestini, ma uomini, uomini esattamente come noi, e più sfortunati. Questi immigrati con il lavoro in nero o meno, da regolari o da clandestini, aiutano lo sviluppo della nostra zona, non dimentichiamolo. Non sono solo un problema scomodo o venditori di accendini ai semafori. Anche questo non dimentichiamolo. La questione degli immigrati è un’emergenza e come tale va gestita. L’ Amministrazione apra un tavolo al quale si invitino le rappresentanze degli immigrati, le associazioni di volontariato, le parrocchie, la Caritas, e si cerchi, concretamente, di innescare un meccanismo virtuoso per affrontare la situazione. O dobbiamo credere che si teme di toccare il perbenismo borghese di alcuni legnanesi? O, peggio, di perdere i voti dei benpensanti? L’amministrazione di una città è chiamata ad essere garante di tutta la cittadinanza, specialmente di quella più indifesa.

Antonio F. Vinci