Italiani all’estero - Numero 35

ITALIANI ALL’ESTERO

I nostri corrispondenti, Antonio Greco dalla Francia e Claudio Antonelli dal Canada, nei loro articoli evidenziano ancora una volta il disagio che avvertono due italiani all’estero nei confronti delle cose di casa nostra.

SOMMARIO DELLA SEZIONE:

 



Lettera di un emigrato

Miei cari Italiani rimasti, dedico qualche pensierino a voi che siete rimasti nello Stivale, il Paese della confusione. Siete rimasti perché avete avuto fiducia nello Stellone, il quale avrebbe dovuto sistemare tutto. Lui, sistemare tutto, ... agli Italiani pigri. Il numero di quelli che non credevano nello Stellone, anzi sbuffavano per l’ immobilismo della società, sembra aumentare. Immobilismo di una società che vede i problemi e non li risolve, che non capisce cosa i cittadini vorrebbero. Credevate, nell’ eleggere il vostro deputato, di averne un ritorno in futuro. Che egli vi risolvesse qualche problema sociale, migliorasse qualcosa nel Paese, o che trovasse un posticino a vostra moglie o cugina. Credevate male, in fondo. E tanti hanno fatto lo stesso discorso. Ed hanno eletto i rappresentanti in base a un: "Lo conosco" oppure a un: "Parla bene". Trascurando il fatto che , perché un deputato risolva i problemi, non é importante che parli bene, ma piuttosto che sia un professionista di esperienza.

Per decenni gli Italiani hanno eletto il parlamento senza il criterio "professionalità, esperienza". Risultato: nel parlamento oggi si vedono tre tipi di politici:

  1. quelli che sanno parlare (ma non fare);
  2. quelli che sono immersi nelle lotte di potere, di cordata, di clan, di congrega, di ghenga;
  3. quelli che sono incaricati di fare gli interessi di qualcuno (di un padrino, di una categoria). Tutti guardinghi, furbastri, manovratori e negoziatori di ogni tipo, agitatori di richieste o di ricatti.



Il succo: nessuna delle dette categorie di politici include gente capace, professionista, impegnata per il progresso del Paese, esperta di leggi e decisioni, risolutori di problemi...

Con tale tipo di gente, incapace di risolvere i problemi, per decenni, gli unici contenitori esistenti nel parlamento, il cui contenuto aumenta e trabocca, sono quelli delle "Decisioni non prese" e dei "provvedimenti che non risolvono".

La conseguenza, nella vita sociale italiana: gli inghippi, le non risposte, i problemi irrisolvibili, i contrasti, le lotte, le sopraffazioni, tendono sempre ad aumentare. In una società cosiffatta, cosa può succedere ?

  • qualcuno, e sono sempre più, é vittima di sopraffazioni;
  • gli imprenditori si trovano di fronte ad aumenti vertiginosi dei costi; di conseguenza la competitività tende a calare, gli sprechi invece no, quelli aumentano.



Finché al parlamento siederanno tristi figuri simili a quelli attuali, finché gli Italiani non saranno capaci di trovare di meglio da eleggere ... non esiste nessuna speranza che la società italiana inizi a funzionare.

E finché la società italiana continua a non funzionare... nessuna speranza che l’ economia, di un Paese che pur fu competitivo, possa prendere lo slancio che gli imprenditori (e chi cerca lavoro) vorrebbero...

Negli ultimi trent’ anni, le evoluzioni che la società italiana ha subito sono state solo quelle imposte dall’ alto (come nelle dittature). Se l’ Italia fosse una democrazia, e se gli Italiani fossero maturi e capaci di attuarla, ci sarebbero anche evoluzioni richieste dal basso. Ma non ce ne sono. Come si può credere che l’ Italia sia una democrazia ?

Queste valutazioni, che certo voi conoscete, si vedono anche dall’ Europa. Anzi vorrei dirvi che:

  • se non vi europeizzate, se non divenite capaci di gestire una società efficiente (con tanti bastoni e tante carote); se non imparate la buona gestione... allora state rassegnati... ... la povertà, quella del sottosviluppo, arriva da sola, in punta di piedi...
  • se invece volete europeizzarvi, ebbene... la volontà non basta. Poiché ormai le capacità di gestione efficiente, corretta, sembrano scomparse... Allora, bisogna reimparare molte cose, in ambito sociale. Impararle in U.E...



Per reimparare, il metodo sicuro, che mi sento di consigliarvi, é di rivolgervi agli emigrati. Quelli che vivono in Paesi normali, ove la chiarezza, la coerenza, l’ efficienza, l’ onestà, la dirittura, il rigore, la responsabilità, il realismo, il valore, il merito e l’ impegno, sono ...aria che si respira.

Antonio Greco



Spettacoli all’italiana

Ogni giorno, in Italia, scoppia tra i politici l’ennesima polemica. Nessuna vera discussione sui gravi problemi di fondo, nessuna proposta concreta, ma solo interminabili polemiche. È tutto un parlarsi addosso. Il soggetto della discussione tra i politici cambia continuamente, un po’ come nelle discussioni dal barbiere, al bar o sotto l’ombrellone.

La scena politica italiana è teatrale, con "attori" che parlano troppo e molto forte. I due massimi poteri italiani - la TV e il mondo politico - apprestano ogni giorno su scena una sorta di "scontro-coito", a beneficio di spettatori- guardoni, golosi di polemiche. In questi spettacoli a metà strada tra il varietà, lo spettacolo a luci rosse e la tribuna politica, l’oralità e la mimica trionfano. Con "intelligenza", però. In Italia guai a non apparire "intelligenti". Cioè furbi.

In tanta confusione, perché la platea possa identificare con facilità i personaggi vi sono le etichette: "Il Professore", "Il Cavaliere"... Ognuno fa il tifo per il suo "attore": quello che ha la giusta tessera di partito in tasca. L’italiano si sa è un uomo di parte... pardon di partito. È tutto casa, partito e famiglia. Su scena e fuori scena nella Penisola sono tutti politicizzati. In TV lo sono non solo i conduttori, ma anche gli elettricisti, i truccatori, gli attrezzisti... I giornali, poi, sono vere sedi di partito. Nessuno avverte il carattere osceno di tali spettacoli in TV e fuori. E oggi, grazie al voto all’estero, questa maniera italiana molto particolare di far politica minaccia anche noi "italiani all’estero".

Claudio Antonelli