CHI E' BARBAROSSA?

L'ombra di Federico I di Hohenstaufen, il Barbarossa, appunto, si aggira tra le nostre contrade , da quando a Legnano venne sconfitto dalle truppe dei Comuni alleatisi nella Lega lombarda. L'imperatore aveva cercato di difendere le sue terre da quei Comuni che volevano la libertà, aveva cercato di tenere saldo l'Impero, ma non poteva andare contro la storia. Aveva accarezzato il lungo sogno di restaurare il Sacro Romano Impero, aveva compiuto sei discese in Italia, aveva incendiato Asti e Chieri, raso al suolo Crema e Milano, ma la sconfitta di Legnano e la successiva pace di Costanza gli avevano fatto capire che quel sogno era ormai irrealizzabile. Dopo la sconfitta di Legnano l'imperatore, però, si riconciliò con il papa Alessandro III, alleato dei Comuni, ed andò a morire nel corso della III Crociata, annegando nel fiume Salef: era il 1190,aveva 69 anni.
Il Barbarossa diventa quindi il simbolo della conciliazione, di chi accetta la sconfitta, capisce la storia, il suo tempo, va avanti e non guarda nostalgicamente ad un passato che non può più ripresentarsi.
E questo è il Barbarossa al quale guardiamo.
Un giornale telematico? Non pretendiamo tanto, ma uno spazio, questo sì, alternativo, di Destra, di una Destra moderna, europea, democratica, che non rinnega aprioristicamente il passato ma che non ripropone nostalgie rinchiuse nel libro della Storia; una Destra di governo ma che non si svende per il potere fine a se stesso; una Destra che vuole ribadire la sua identità, ma senza alzare steccati e che non vuole appiattirsi in una melassa in cui tutti possano trovare posto. Per questo Barbarossaonline non è legato a nessun partito, anche se vi scrivono uomini e donne di Alleanza Nazionale. Non rappresenta nessuno, né dietro di essa c'è nessun notabile : è uno spazio libero. Barbarossaonline vuole essere un luogo di incontro, di discussione, di informazione della Destra dell'Altomilanese, dell'asse del Sempione ma con un occhio di riguardo alla città della vittoria di Alberto da Giussano. E d'altra parte Legnano, nel suo piccolo, sta diventando sempre più metafora di un'Italia che cambia: un processo di reindustrializzazione in atto, un centro storico che muterà profondamente cambiandone la fisionomia, un'attenzione particolare al mondo dell'edilizia scolastica che creerà uno dei più bei campus d'Europa, una problematica riguardante l'inserimento del mondo degli extracomunitari sempre più viva, una presenza dinamica del volontariato. Questa è la Legnano di oggi, ma è anche la situazione un po' di tutto l'Altomilanese.
Ci troveremo qui per scambiarci opinioni, notizie, riflessioni su quest'Italia che cambia, ma molte volte senza la sufficiente attenzione da parte nostra.
 
Antonio F. Vinci