COME VA LO SPREAD?
Lo spread, come va lo spread? A che punto è lo spread? Dalle Alpi alla Sicilia il grido, a volte sommesso a volte strozzato, sempre venato d’angoscia, riecheggia in tutta la penisola. Gli italiani hanno scoperto lo spread, ignorato dai più sino a qualche mese fa. Per quelli che seguono le cronache rosa è stato confuso talvolta con il più prosaico ed eccitante spritz, frizzante bevanda molto popolare nel Veneto; ma ben presto si è capito che lo spread ha ben poco di eccitante
A sentire le conversazioni nella sala d’attesa del dentista piuttosto che in tram o al mercato, l’italiano medio è diventato un esperto di Borsa e di alta Finanza. Termini sino a poco fa ignorati e mai sentiti affiorano impetuosi sulle labbra di onesti pensionati seduti sulle panchine dei giardinetti; attempate massaie parlano di PIL, quasi si tratti di un problema da risolvere con una
depilazione indolore, invece della mitica ceretta
C’è poi chi si avventura nella foresta delle sigle ed allora è tutta un’orgia dionisiaca di IMU, PMI, BTP, RATING, MIB, IRPEF, IBAM, CAB, sino a giungere al temutissimo DEFAULT. Così cambia il costume degli italiani, che dopo essere stati un popolo di santi, poeti e navigatori, sino a giungere ad essere un popolo di allenatori, tecnici, tifosi, ora diventa un popolo di economisti. Ma c’è un primato che gli italiani sono sicuri di detenere per sempre: quello di moralisti. Abbiamo una classe politica che è quella che è; le cronache sono piene delle loro magagne , brutte e pessime; anche la Lega, un movimento "barbaro", ruvido nel linguaggio come nei gesti ( tanto per essere gentili); ma propagandato come onesto ed incorruttibile, ha dato pessima prova di sé, ad iniziare dalla "Famiglia". Non bastava Berlusconi con le sue feste : anche il vecchio leone Bossi è entrato nel tritacarne mediatico. E quindi nella chiacchiera quotidiana. E così tutti si sono sentiti meglio, quasi che la classe politica non fosse espressa da tutti noi. Quasi che gli elettori siano meglio degli eletti. E’ il solito vizio italiano: la colpa è sempre del vicino, dell’altro. Parlare male degli altri fa sempre bene, ci fa sentire migliori
E ancora di più se a gettare fango sull’idolo caduto è chi fino a ieri faceva parte del suo entourage. Sic transit gloria mundi! L’italiano : un popolo con la sindrome del cesarismo. E non intendiamo "I Cesaroni", la fiction televisiva, no, ma proprio la sindrome di Caio Giulio Cesare, l’avversione postuma, ovviamente in nome della democrazia, per il dittatore, il tiranno o semplicemente il capo che abbiamo contribuito ad installare sul piedistallo. Con le nostre ipocrisie, con i nostri silenzi, con i nostri perbenismi, con i nostri falsi moralismi.