Caro 2018… - Numero 58

A chi scrivere una letterina con i desideri per il 2018? Non certo a Babbo Natale (ha già fatto la sua comparsa ed è andato via) né alla Befana (troppo impegnata a portare i regali ai bambini). Allora la scrivo … a chi vuole leggerla …
Vorrei per il prossimo anno un nuovo governo, prima di tutto. E non solo nel senso ovvio di un governo nuovo dopo i risultati elettorali, ma proprio nuovo, diverso da quelli che abbiamo avuto sino ad ora. Un governo che si occupi un po’ di più degli italiani, della sicurezza, delle nostre tasche, del futuro dei nostri figli. Intendo : non solo a parole.
Vorrei una Destra più unità, non più frazionata in più anime,  che riuscisse a far valere le ragioni dell’Italia in Europa. Non è una scelta di campo, ma mi ritrovo nella frase pronunciata tempo fa da Marion Le Pen “La loro Europa non è la nostra, anzi la loro è un’anti-Europa, quella dei tecnocrati, dei commissari non eletti, dei banchieri. La nostra è quella degli eroi, dei santi e degli inventori. La loro Europa ha 60 anni, la nostra 5 mila”.
Vorrei una scuola che fosse veramente una “buona scuola”. Importante, indubbiamente, l’entrata in ruolo di tanti docenti, ma importante anche riconoscere il ruolo delle scuole non statali per una reale parità. La libertà di scelta della scuola per i propri figli è elemento essenziale di una vera democrazia, per il perseguimento di un autentico pluralismo culturale e civile.
Vorrei più sicurezza nelle strade, senza timore di poter passeggiare di sera; essere tranquillo in casa, senza pensare di dovermi difendere; mandare i figli a scuola senza temere per il loro rientro.
Vorrei social senza fake news, senza quello stupidario digitale che ci sommerge, senza la retorica dei buoni sentimenti, senza volgarità.
Vorrei che non capitasse più di vedere, come successo a Carpi, la testa della statuetta di Gesù Bambino decapitata, come è successo pure a Solaro;  né come a Viareggio dove, dopo aver “rapito” Gesù Bambino bianco …hanno portato via anche un Gesù Bambino nero; né avere una maestra che cambia il nome di Gesù in Perù nella canzone di Natale per non urtare la sensibilità dei bambini stranieri…
Vorrei, vorrei, vorrei …Quante cose.

Giosafatte