Ha fatto un certo scalpore il tema di una ragazza di terza media di Roma. Il titolo, un po’ provocatorio, ma capace di suscitare riflessioni e critiche era: “Siamo tutti stranieri”. L’allieva ha redatto un lavoro che, francamente, forse ci aspetteremmo da uno studente di scuola superiore. E non solo per la struttura, la capacità argomentativa esposta, ma per i contenuti espressi. Assodato che il compito non era stato scritto da altri (la fanciulla ha fotografo il testo per mostrarlo ai genitori); che la ragazza sin dalla tenera età si è interessata alla politica; che ha uno zio senatore di Fratelli d’Italia (ma con il quale non ha una grande frequentazione); dov’è il valore aggiunto di questo tema? Perché ha suscitato scalpore e Giorgia Meloni lo ha postato sulla sua pagina Facebook? Ma nella sua semplicità, nell’ammissione di ciò che molti pensano e pochi dicono; anzi che viene ancora visto come un residuo di retorica patriottarda e fascista. Nel tema, infatti, si riconosce che “i confini esistono, le bandiere esistono, l’amore per la patria esiste”. L’amor di patria? Ma si usa ancora questa espressione senza scandalizzare le “anime belle” di sinistra e non, sempre pronte a stracciarsi le vesti? Fissa il tricolore a casa della nonna questa ragazza e sembra quasi leggere un passo di Guido Gozzano; sembra rivedere il salotto della nonna; quel tepore di cose buone, di ricordi, di valori… “Sono passati 15 minuti e io mi rendo conto che sto ancora fissando la bandiera. Tutto d’un tratto noto i colori del tricolore: verde, bianco e rosso. Il verde mi rappresenta la vita, il bianco mi ricorda la purezza d’animo di tutti i deceduti e i feriti delle foibe tra cui i miei parenti. Infine c’è il rosso. Il rosso mi ricorda il sangue degli innocenti come gli ebrei nel periodo nazifascista. Molte persone si chiedono: l’Italia si dovrà bagnare le mani di sangue di immigrati? Io invece mi chiedo: Italia si dovrà bagnare le mani di sangue degli italiani?”.
12 anni, tanti ne ha questa ragazza. Che dire? Le frasi si commentano da sé. Non c’è bisogno di letture critiche, di interpretazioni. Abbiamo dimenticato la sincerità e l’immediatezza di chi con innocenza grida in faccia agli ipocriti, agli opportunisti, ai conformisti: Il re è nudo!
Il Barbarossa