Consulta Regionale per i Valori della Scuola
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PACIFISTI NEI GIORNI DISPARI
Se è vero che la Storia non si ripete mai perfettamente, è anche vero che le analogie tra la guerra del Kossovo e la guerra anti-Saddam appena iniziata sono più d’una, e alquanto significative. Anche nel 1999 l’obbiettivo della coalizione politico-militare guidata dagli Stati Uniti era uno spietato dittatore: Slobodan Milosevic. Anche quest’ultimo, come Saddam Hussein, era stato autore di un tentativo di genocidio. Mentre l’uomo politico irakeno, infatti, ha esercitato la sua ferocia contro i Curdi, facendo uso delle sue famigerate e mai dismesse armi chimiche, Milosevic si era dedicato, con mezzi più artigianali ma non meno crudeli, all’eliminazione dei kossovari di etnia albanese. Anche nel 1999, infine, l’Organizzazione delle Nazioni Unite aveva assunto un atteggiamento contraddittorio e inconcludente, tanto che la coalizione di Stati che aveva deciso l’intervento militare non aveva goduto di alcuna legittimazione da parte del Palazzo di Vetro.
Perché dunque la mobilitazione delle piazze attualmente in corso è tanto più massiccia di quella del ’99? Perché, in particolare, lo è quella della Scuola?
Non si vuole negare, beninteso, che anche in occasione della guerra del Kossovo si levarono voci di protesta, da parte di singoli o di associazioni. Ma si trattò di manifestazioni di dissenso neppure commensurabili all’ondata di manifestazioni che ha avuto inizio in queste ore.
Il gas nervino non è meno micidiale della pulizia etnica dei miliziani serbi. La tirannia è la stessa, il crimine è il medesimo. Diverse sono le reazioni.
Si possono eludere queste domande, si possono dare ad esse risposte di comodo. Ma se si vuole essere sinceri con se stessi prima che con gli altri, bisognerà rispondere che la disparità di atteggiamento di fronte a situazioni simili è dovuta a null’altro che alla diversità delle coalizioni politiche italiane chiamate a gestire le due crisi internazionali.
Ai tempi del Kossovo era Presidente del Consiglio l’On.le D’Alema, capo di una coalizione di centro-sinistra. Egli non si limitò a fornire alla coalizione basi d’appoggio, ma autorizzò la partecipazione ad azioni di guerra. Quanti ora urlano, allora tacquero o emisero circospetti sussurri. I sindacati non proclamarono scioperi. I professori non sospesero le lezioni. Gli studenti non scesero in piazza. I maestri non si resero responsabili della subornazione di incapaci (con l’aggravante di esserne i responsabili) conducendo i bambini in corteo. Nessuno bloccò strade e ferrovie. Nessuno tentò di occupare consolati. I sacerdoti di Cristo non trasformarono le chiese in luogo di comizi.
Il silenzio di allora fu assordante quanto le grida di oggi.
Milano, 20-3-03
Il presidente regionale
Alfonso Indelicato