Riforma Moratti: alcuni motivi per dire si’ - Numero 22

SOMMARIO DELLA SEZIONE:

  • RIFORMA MORATTI: ALCUNI MOTIVI PER DIRE SI’
  • OMAGGIO A FILIPPO CORRIDONI

    RIFORMA MORATTI: ALCUNI MOTIVI PER DIRE SI’

    Si prepara un finale d’anno scolastico movimentato: riprende la protesta di docenti, studenti, genitori, sindacati, movimenti spontanei contro la riforma della scuola targata Moratti. Una riforma che rivoluziona l’intero sistema scolastico e che, come tutto ciò che comporta delle grosse novità, non è certo perfetto, deve essere calato nella realtà, verificato, corretto, modificato in base ai risultati e all’esperienza. Intanto però dall’opposizione vengono divulgate con ogni mezzo informazioni in buona parte parziali o apertamente false che creano sconcerto e preoccupazione fra una parte del popolo della scuola che si può dividere in varie categorie:
    - ci sono quelli che sono poco informati,
    - ci sono quelli che volutamente non vogliono capire ,
    - ci sono quelli che diffondono falsità perché contrari sempre, comunque e a prescindere,
    - ci sono quelli che, semplicemente, non capiscono più niente.
    In attesa di veder sfilare in corteo pure i neonati, di assistere ad atti di violenza o perfino a minacce di morte nelle scuole contro "gli amici della Moratti," come successo in un noto liceo milanese,di capire come verrà accolto l’invito, che deriva da alcune parti sindacali, a boicottare le riforme approvate dal Parlamento italiano liberamente, democraticamente, quindi legittimamente, eletto, cerchiamo di entrare nel merito di alcuni aspetti qualificanti di questa riforma innanzitutto per conoscere. Alcuni principi concordano con quelli presenti in numerosi documenti europei come l’apprendimento per tutto l’arco della vita, le pari opportunità per raggiungere elevati livelli culturali, il diritto alla formazione e all’istruzione per almeno 12 anni. Sono finalità che coincidono con i principi che hanno guidato i lavori della Commissione Delors, che rispondono ai bisogni di una società che è in rapida evoluzione e richiede un continuo aggiornamento e una costante ridefinizione delle conoscenze. Esigenza pienamente recepita dalla legge che parla di promuovere" l’apprendimento per tutto l’arco della vita", che assicura a tutti "pari opportunità di raggiungere elevati livelli culturali e di sviluppare le capacità e le competenze …adeguate all’inserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro" (art.2,1,c.a) e che garantisce " il diritto all’istruzione e alla formazione per almeno 12 anni o, comunque, sino al conseguimento di una qualifica entro il diciottesimo anno di età." Un’ altra importante, positiva e qualificante novità riguarda gli insegnanti che, come tutti gli altri professionisti, devono rendersi conto che la loro formazione deve essere sempre più qualificata e deve costantemente stare al passo con l’evoluzione della società. L’aggiornamento deve diventare regola quotidiana, legato al settore della ricerca, agli istituti universitari e al contesto storico in cui si opera. La legge prevede infatti che "la formazione iniziale è di pari dignità per tutti i docenti e si svolge nelle università presso i corsi di laurea specialistica", e, soprattutto definisce strutture didattiche di ateneo atte a promuovere governare i centri di eccellenza per la formazione permanente e in servizio degli insegnanti (art.5,1,c.a,f,g). Si entra poi in una nuova visione del rapporto fra cittadino e istituzione in base a principi di libertà di insegnamento, di apprendimento, di scelta delle famiglie. Le istituzioni scolastiche acquistano autonomia e responsabilità, gli studenti sono posti al centro del sistema scolastico attraverso una particolare attenzione a piani di studio personalizzati e al portfolio delle competenze, che è uno strumento diacronico di valutazione autentica. Nato in Canada e negli Stati Uniti, ha avuto una diffusione prevalentemente in ambito formativo nei paesi anglosassoni ed è stato introdotto negli anni ottanta in Francia. Anche qui nulla di strano, ma un adeguamento a strumenti già in essere in alcuni paesi fra i più avanzati. E’ una scuola dove maggiore è la libertà, ed è anche la scuola della flessibilità. Il sistema rimane unitario, ma sono previsti opzioni sia per l’ingresso che per l’uscita e una pluralità di percorsi e di soggetti formativi sia per quanto riguarda le modalità che la durata e i luoghi della formazione. Decisamente innovativa è la flessibilità interna ai percorsi, la possibilità di cambiare il proprio orientamento in itinere e l’alternanza scuola-lavoro, che costituisce una combinazione di preparazione scolastica e di esperienze assistite nel mondo del lavoro per mettere in grado gli studenti di acquisire abilità e conoscenze utili per lo sviluppo della loro professionalità con diverse modalità. L’apprendimento non avviene infatti principalmente attraverso la trasmissione teorica di regole e principi astratti, ma in un intreccio di imitazione e creatività che nasce dall’attenzione consapevole a quello che già in altre parti d’Europa, Germania, Francia, Regno Unito, avviene. Si riconosce finalmente anche in Italia pari dignità ai due sistemi del secondo ciclo e si innalzano i livelli qualitativi dell’Istruzione e della Formazione professionale. E’ chiaro che il discorso è lungo e complesso, si possono e si devono muovere molte critiche, ma costruttive, tese a migliorare e non solo a distruggere e soprattutto occorre criticare con onestà intellettuale. La falsità, la menzogna anche se gridate sulle piazze e scritte sugli striscioni non portano da nessuna parte e soprattutto non diventano verità . Mi piace concludere con l’autorevole giudizio espresso il 21 gennaio dalla Commissione europea che, presentando una comunicazione sull’implementazione delle linee guida concernenti lo sviluppo della politica economica 2003-2005, a pag.74 valuta i risultati italiani sulla cosiddetta " economia della conoscenza" in questo modo:"Questa è stata trattata in modo completo e le opportunità e le raccomandazioni sono state pienamente accolte e seguite. In particolare la scuola primaria e secondaria è stata oggetto di riforma e diversi provvedimenti sono stati adottati per stimolare ricerca e innovazione".

    Pierangela Bianco



    OMAGGIO A FILIPPO CORRIDONI

    Cari amici de Il Barbarossa, in questa attesa edizione vi racconto con immenso piacere la presentazione di un nuovo libro sulla vita del "soldato sindacalista" Filippo Corridoni. L’incontro è avvenuto il 19 febbraio 2004 presso la Comunità Giovanile di Busto Arsizio (VA) in una serata che metereologicamente non poteva essere peggiore, in quanto, per arrivarci ho fatto numeri da rallista nordico causa neve…. Alla presentazione è intervenuto l’amico Andrea Benzi, curatore del libro, ed alcuni coraggiosi che nonostante il maltempo hanno preferito una sana serata di quella "cultura che non si arrende" piuttosto di starsene a casa ad assorbirsi la serata di esclusione del Big Brother televisivo. Il libro intitolato "Per le mie Idee" fa parte della nota collana LABOR e raccoglie scritti, lettere, frammenti epistolari e cartoline dal fronte del protagonista. Filippo Corridoni (1887-1915); per chi non lo conoscesse, è un grande personaggio storico che attualmente per vari motivazioni, soprattutto politiche, è stato ingiustamente dimenticato. Egli nella sua breve esistenza fu un perseguitato antimilitarista ai tempi della prima Campagna d’Africa e divenne poi uno dei massimi esponenti, con Mussolini e De Ambris, dell’interventismo antiaustriaco ai tempi della Grande Guerra e donò la sua vita nella mitica "Trincea delle Frasche" nell’anno 1915. Fu inoltre un importante sindacalista del tempo ed alcuni dei suoi pensieri possono essere ritenuti validi ed applicabili nella società odierna. La sua vita fu dedicata al sacrificio, dedicata agli altri e nonostante le debolezze fisiche che lo afflissero per tutta l’esistenza continuò nel suo intento, con l’entusiasmo della prima ora senza mai perdersi d’animo, sino al tragico destino. Corridoni è un tipico esempio di quella categoria di uomini che manca totalmente alla società odierna e secondo il sottoscritto meriterebbe un’attenzione maggiore sia a livello culturale che sindacalista, e non farebbe sicuramente male uno studio accurato del personaggio storico nel percorso scolastico. Nel libro vi è anche un accenno al bustocco Felice Azzimonti (1888-1957); noto sindacalista e socialista riformista eletto più volte sindaco di Busto Arsizio.

    R.Rossetti