L’idea di una Europa nazione è un concetto fondamentale per tutta la nostra area politica ed è espressione di un radicamento profondo e originale che spesso non è colto, nel suo significato più alto, neppure da tutti i militanti. Troppo inclini al superficialismo politico delle ricette preconfezionate e della sloganistica propria della quotidianità del partito, mai portati allo studio, a scavare a fondo, alla scoperta delle nostre lontane radici della tradizione.
È tempo di farlo. Soltanto la conoscenza è completamento e motivazione alla lotta per l’uomo che vorremmo differenziato. Fin dagli albori la nostra civiltà, i popoli Indoeuropei, pur mantenendo le proprie differenze dovute alla razza, all’etnia d’appartenenza, al territorio, ebbero in comune la concezione tripartita della società.
L’idea di un’età antica, culminata nell’organizzazione romana dell’area mediterranea, e l’idea di un’età moderna caratterizzata da una crescente volontà di trasformare e razionalizzare tutti i rapporti costituenti la società umana, gravitavano, originariamente, attorno ad un universale "schema tripartito" comprendente i tre ordini fondamentali della nostra civiltà: oratores, ballatores, laboratores. Nei secoli, quest’ordine iniziale fu istituzionalizzato in tutto il continente nelle tre caste fondamentali: il clero, la nobiltà ed il popolo. Tale suddivisione della società durò sino alla rivoluzione francese (1789).
Gli Oratores, ovvero la casta sacerdotale, studiavano e predicavano, ricercando formule risolutrici agli angosciosi problemi dell’esistenza, guidando e disciplinando le genti verso una moralità ideale e spirituale. Gli Oratores furono simbolicamente rappresentati dal colore bianco, simbolo di purezza.
Ai Bellatores, espressione dell’ordine militare, era riservato il compito di comando e protezione del popolo. I capi carismatici dell’ordine militare costituivano il punto di riferimento politico della società. Rosso è il colore a cui erano legati, poiché simbolo del sangue versato in battaglia.
Infine vi erano i Laboratores, originariamente contadini,artigiani, furono affiancati, nel tardo medioevo, dal nuovo ceto borghese. Essi erano tenuti ad obbedire alle decisioni prese da oratores e bellatores. Il colore della terra, il nero, è il colore che rappresenta la loro casta.
L’organizzazione tripartita della società era di tipo organica in cui tutti avevano un loro ruolo, il proprio compito da realizzare e ad ognuno era garantita l’appartenenza ad una casta; l’armonia e la sinergia delle tre caste furono i fondamenti di ogni impero e di ogni civiltà tradizionale europea.
Nel XVIII secolo clero, nobiltà e popolo, incalzati dalla spinta rivoluzionaria giacobina, si trasformarono, degenerando, in classi sociali che si sono fatte guerra sino ad oggi.
Sostituendo la tradizione con le teorie moderne,gli uomini persero inevitabilmente coscienza del proprio "essere",della propria "identità" all’interno della società di cui facevano parte. Nuove idee si imposero, il secolo dei lumi con le sue speculazioni e con le sue corruzioni individualistiche, diede inizio alla degenerazione dei popoli continentali. Il resto è storia moderna: l’ondata liberista avviata dai primi Paesi industrializzati trasformò presto la vita dell’uomo annullandola in una catena di montaggio, riducendo l’individuo in forza-lavoro, un pezzo dell’ingranaggio intercambiabile senza nessun tipo di dignità.
Questo fu, ed è tutt’ora, il liberal-capitalismo, un fuoco fatuo, una falsa promessa di crescita e di emancipazione individuale all’interno di una società che nasconde lo sfruttamento di tanti a beneficio di pochi.
Abbiamo sicuramente semplificato e sintetizzato la nostra analisi, ma volevamo solo dare un’indicazione della strada da percorrere per comprendere l’origine del concetto che ci preme tanto riscoprire, il concetto di EUROPA NAZIONE.
Il nostro piccolissimo contributo vuole aiutare a far conoscere quale è l’origine della nostra organizzazione sociale. Perché ognuno possa ritrovare quella dignità dell’ "essere" e non dell’ "avere". Per ritornare insieme verso una comunità organica dove più nessuno è sfruttato, ma dove tutti sanno quale è il loro ruolo, con dignità, con umiltà e sapendo quale è la sua e la nostra IDENTITA’.
Fabrizio Fratus