ORA TOCCA ALL’ITALIA - Numero 22

 

I risultati definitivi delle elezioni spagnole hanno decretato il successo, clamoroso quanto imprevisto, del Partito socialista spagnolo, il PSOE e, soprattutto, di Jose’ Luis Rodriguez Zapatero, poco più che quarantenne suo leader. La sconfitta di Aznar, o meglio del suo delfino, è cocente e viene dopo un periodo in cui la Spagna si è guadagnata la stima di tutta l’Europa per il cammino di modernizzazione che è riuscita a compiere. Eppure l’emotività dei tragici attentati dell’altro giorno ha capovolto ogni previsione; le accuse di aver taciuto la verità o di aver sottolineato per troppo tempo la responsabilità presunta dell’ETA ha giocato a sfavore del Partito popolare. Ma qual è ora il risultato? E’ La vittoria di Al Qaeda, di quanto Bin Laden vuole: il ritiro delle truppe spagnole dall’Iraq. Ed infatti è quanto ha immediatamente dichiarato Zapatero subito dopo la vittoria : il rientro dei 1300 soldati spagnoli se non ci saranno novità entro il 30 giugno. E a poco vale che abbia aggiunto che le decisioni saranno prese "dopo ampie consultazioni in Parlamento". Una vittoria quella del PSOE, ma che potrebbe rivelarsi una vittoria di Pirro che, ovviamente, ha fatto esultare la sinistra italiana.
Facciamo qualche considerazione.
Al di là dei pacifisti in servizio permanente effettivo, credo che non tutti eravamo profondamente convinti dell’opportunità di partecipare alla guerra in Iraq. Ma noi italiani abbiamo la taccia di attendisti, di temporeggiatori (non voglio dire di opportunisti, o, peggio, traditori, da sempre…) e la fedeltà agli alleati va mostrata nei momenti difficili, non quando ci conviene. La pace la vogliamo tutti, ma quando il rischio di una catastrofe bellica di proporzioni inimmaginabili si fa presente, bisogna correre ai ripari, anche a quelli più tragici. E l’Iraq di Saddam Hussein questo pericolo lo mostrava a chiare note. Ora si scopre che le armi di distruzione di massa non si trovano, che forse non ci sono mai state o sono state ben nascoste… Al di là di qualche legittima riserva sull’efficienza statunitense in merito…va comunque detto che il pericolo Saddam non era un’invenzione. Noi ora siamo in mezzo al guado. Che fare? Gli spagnoli rimproveravano il loro governo per l’intervento ed ora, ad attentati effettuati, le interviste rilasciate alla televisione dalla gente comune erano quasi tutte improntate ad un " ce lo siamo cercati", "ecco le conseguenze".Un po’ come un certo cinismo nei confronti degli americani, anche in casa nostra, al tempo dell’attentato alle Torri gemelle…Lo ricordate? Ora tocca all’Italia, da sempre nel mirino dei terroristi. L’ articolo pubblicato sul Giornale del 14 marzo, in allegato, la dice lunga in merito. Dio non voglia che anche l’Italia, dove di attentati di ogni matrice dalla fine della seconda guerra mondiale ne abbiamo avuto in profusione, debba subire una sorte simile. In Italia è anche più facile…Ma anche se non dovesse succedere nulla di catastrofico, gli italiani alle elezioni europee voteranno per chi è contro la guerra, questa guerra, all’insegna del "tengo famiglia", del "chi ce lo fa fare". Tanto poi c’è l’America che ci protegge. E se in futuro non dovesse essere più così…

Antonio F. Vinci



Articolo pubblicato sul Giornale del 14 marzo