Con questo slogan, sotto la faccia sorridente di Gianfranco Fini, inizia la campagna elettorale di Alleanza Nazionale per il 2006. Governare l’Italia del futuro, mission della Destra, si concretizza in varie versioni:l’Italia sicura; l’Italia onesta : per un’alleanza con i giovani;l’Italia serena: per un’alleanza con gli anziani;l’Italia solidale : per un’alleanza con le donne. Il tutto è racchiuso nel concetto principe: in prima persona. Gianfranco Fini si mette in gioco, così, direttamente. E mi pare che sia una mossa azzeccata. La Casa delle libertà è in difficoltà, per una serie di ragioni che è inutile qui ricordare. Sarà utile la mossa di evidenziare il nome di Berlusconi, Fini, Casini nei simboli dei rispettivi partiti? Come percepiranno gli italiani questa novità? E non parliamo dei nostri connazionali che si interessano di politica, quelli che la seguono sulla stampa o in televisione, ma di quelli che la politica, se possono, la evitano. In una competizione elettorale in cui non avremo manifesti con le facce dei candidati alla Camera e al Senato (ed è una "bella" novità alla quale non siamo abituati) i volti dei tre leader della Casa delle libertà dovrebbero offrire, con i loro slogan, dei messaggi di tranquillità, di fiducia, di sicurezza. In competizione i tre leader, non in opposizione, certo; ma Fini gioca un ruolo primario. Berlusconi è attaccato da ogni parte, a torto o a ragione; Casini, pur in probabile crescita, non sembra poter destare grandi preoccupazioni dopo l’uscita di scena di Follini e con la DC di Rotondi che gli porta via consensi. Alleanza Nazionale ha ben lavorato in questi anni; ha ministeri di prestigio e di peso, come la Sanità e le Politiche agricole, ma soprattutto il Ministero degli Esteri proprio con Fini. Il Presidente di AN si gioca tutto. Superati, almeno apparentemente, i dissidi interni al partito, Fini vuole incassare quei voti d’opinione sempre espressi e mai ottenuti; quei voti di chi lo avrebbe scelto se fosse stato il candidato premier; quelle intenzioni di voto che i sondaggi traducevano come il preferito nell’ambito della coalizione di centrodestra. Fini ha lavorato per questo da tempo. Ha creato malumori in seno al partito, per questo. Ha assunto posizioni a volte discutibili, per questo. E’ andato oltre il partito, per questo. Se si doveva andare "oltre il Polo" è Fini che lo ha fatto. Certo in modo non sempre condivisibile, ma gli "strappi" che ha compiuto hanno portato AN su posizioni nuove ( un nuovo che non è piaciuto a Fisichella, che verrà candidato - lui tra i padri fondatori di Alleanza Nazionale - nella Margherita
). Si dirà che le nuove posizioni sono sue e non del partito, ma Fini è il partito, lo si voglia o no . Chi credeva che Fini fosse ostaggio delle correnti, sostenuto un po’ da tutti e in pratica da nessuno, perché veniva visto come il collante, il "vinavil" del partito, ha dovuto ricredersi. Fini è riuscito a capovolgere questa impressione, probabilmente vera. Novello Luigi XIV, Fini può a buon diritto dire "Dopo di me il diluvio", come sentenziava appunto il Re sole. Fini sta portando Alleanza Nazionale su una nuova strada, più democratica, più europea, più moderna; ma anche più rischiosa, perché la base, la militanza non è detto che lo segua. Fini "in prima persona" anche per questo. I colonnelli (o ex colonnelli) gli hanno lasciato questa cambiale in bianco. Dopo le elezioni passeranno all’incasso. Se Fini avrà successo nulla sarà più come prima in AN; se invece il risultato dovesse essere deludente
si aprirà allora la stagione della resa dei conti.
Antonio F. Vinci