L’ultima tornata elettorale, specialmente per i nuovi deputati al Parlamento europeo, si è chiusa all’insegna dell’incitamento "giovinezza, giovinezza"! Non ve ne eravate accorti? Certo che sì. La polemica sulle veline, vere o presunte tali, ha tenuto banco in Italia più che i veri problemi da affrontare in Europa. Per fortuna oltre all’inossidabile (immarcescibile era qualcun altro ) Silvio Berlusconi quasi settantreenne, è entrato nel Parlamento europeo anche l’intramontabile Ciriaco De Mita, 81 anni. Ma è stato in linea di massima il tripudio della giovinezza, di chi era adolescente sino a pochi anni fa, di chi è, comunque, sui 30 anni. Certo che bisogna saper vedere, saper fare le differenze. E certo che c’è differenza tra un Carlo Fidanza, 32 anni, una lunga militanza in AN, Vice Presidente nazionale di Azione Giovani, Vice Presidente Vicario del Gruppo Il Popolo della Libertà al Comune di Milano, un curriculum politico lunghissimo e di tutto rispetto, e la "carriera" di Lara Comi o di Barbara Matera, ad esempio. Tutti europarlamentari.
Partiamo dall’ on. Matera: 130.000 preferenze, la candidata più votata nella circoscrizione Italia meridionale, seconda solo a Berlusconi! Solo 28 anni.
E Lara Comi? 63.158 voti e 26 anni.
Licia Ronzulli, 34 anni e 39.772 voti.
Belle, simpatiche, laureate. E’ tutto.
Cristiana Muscardini, 61 anni, una vita in politica, una vera leonessa della politica italiana, 25.914 voti , non eletta; se passerà lo sarà grazie alla rinuncia di Berlusconi e di Ignazio La Russa. D’accordo con il "largo ai giovani", ma l’alto numero di preferenze ottenute dalle giovani onorevoli fanno pensare più a forti sponsorizzazioni che a meriti acquisiti. Non foss’altro che per motivi anagrafici. Si dirà che è ora di svecchiare, di ringiovanire la nostra rappresentanza. Giusto, ma il timore è che questa sia una sapiente operazione di marketing elettorale, una riverniciata che non servirà a nulla, o a poco, mentre abbiamo bisogno di mandare in Europa persone consapevoli, d’esperienza, capaci di fronteggiare ad armi pari gli agguerriti deputati degli altri Paesi. Dimentichiamo che lì, al Parlamento europeo, si gioca sempre di più il futuro del nostro Paese, come quello degli altri. Prima si diceva che il Parlamento europeo era "il cimitero degli elefanti"; d’ora in avanti che si dirà?
Nulla da dire sulle capacità dei giovani onorevoli, ma sono quasi tutte da scoprire. Anche lo stesso Berlusconi, nel pieno della polemica a proposito dei giovani inseriti nelle liste, dichiarava che "sono tutte laureate". E allora? Mi sembra di rivedere una scena già vista. Ricordate negli anni passati, quando si parlava di "giudici ragazzini"? La giovane età di alcuni magistrati sollevò forti perplessità, tenuto conto della delicatezza degli incarichi che andavano a ricoprire. Ci furono inchieste difficili, affrontate dai giudici con impegno e determinazione, ma talvolta con un decisionismo tale da suscitare notevoli reazioni. Ora la politica italiana sembra attraversata da un giovanilismo che, pur in una prospettiva positiva, rischia di essere troppo "controllata" da chi è meno giovane e ha più potere. Detto "fuori dai denti" : quale e quanta autonomia avranno in Europa certi giovani eletti? L’assenteismo è stato uno degli aspetti più salienti di questa campagna elettorale. E ci si chiede ancora perhé? Il cittadino vede iscritte nelle liste persone che non ha mai conosciuto; candidati che vengono messi in lista dalle segreterie di partito (come è ovvio); ma spesso disancorati dal territorio.E ciò vale anche per le elezioni provinciali come per le politiche, dove non c’è la scelta dettata dalla preferenza.E perché il cittadino dovrebbe appassionarsi a questo civico gioco che si chiama politica? Si parla sempre più di "casta". E’ forse un’esagerazione? C’ è un timore, un grande timore dietro tutto ciò: che anche gli italiani partecipino sempre meno a quello che Mussolini chiamava i "ludi cartacei". E con quale pericolo per la democrazia è facile prevedere.
Antonio F. Vinci