Quel 28 ottobre di 80 anni fa... - Numero 13

QUEL 28 OTTOBRE DI 80 ANNI FA...

28 ottobre 1922 : Marcia su Roma! Non è passato neppure un secolo e sembrano mille anni. Basta rivedere quelle foto ingiallite ( già così in stampa!); quei volti scuri ( ma perché erano così scuri tutti a quel tempo?); quelle divise , quelle pose fiere…Un’altra epoca, un altro mondo. Ma quanto sanno i giovani di oggi di quell’avvenimento? Tra un’ "Operazione trionfo" e un "Grande fratello", tra una partita di calcio e un "Saranno famosi", cresciuti a panini e coca cola, guardano stupiti le foto dei loro bisnonni, come se fossero alieni. E a ragione. A scuola studiano il fascismo sui libri di testo ed apprendono in modo diverso quello che accadde in quel lontano 1922. Ecco cosa si scrive in Alberto De Bernardi - Scipione Guarracino, La conoscenza storica, uno dei volumi più gettonati nei licei: "Il disegno delle forze liberali di dominare l’eversione fascista, dopo averla utilizzata per riequilibrare la pressione delle classi subalterne, era sostanzialmente fallito. I fascisti, con l’appoggio del re, il favore della borghesia industriale e agraria e la neutralità della chiesa erano ora padroni del campo e la svolta autoritaria impressa alla situazione dal colpo di stato di Mussolini sarebbe degenerata in una dittatura cupa e aggressiva". Il testo di Marelli-Salvalaggio-Infante, Storia del mondo moderno, anch’esso abbastanza utilizzato nella scuola italiana, parla dei fascisti in marcia verso Roma così: " Senza fucili e sommariamente inquadrate, le colonne fasciste avrebbero potuto essere facilmente fermate dall’esercito; Vittorio Emanuele III, però, rifiutò di firmare il decreto di stato d’assedio che era stato proposto da Facta e quest’ultimo fu costretto a dimettersi". Di "colpo di Stato" parla pure il testo di Della Peruta-Chittolini-Capra, La storia, edito da Le Monnier. Della stessa opinione è La città dell’uomo di Fossati-Luppi-Zanette, che completa il quadro affermando che :" In sé la marcia su Roma, ovvero il convergere sulla capitale di circa 50.000 "camicie nere", fu una semplice dimostrazione di forza…". Colpo di Stato, dunque. Non la pensa così, invece, la rivista Area che nel numero di ottobre ha dedicato due articoli alla Marcia su Roma. Salvatore Santangelo così conclude il suo articolo "Fu Golpe o moto di piazza?" :"E il governo, così costituito, fu un governo di coalizione, sul modello di quelli dell’Italia liberale, messo in piedi secondo tutte le procedure classiche: nulla di simile a un colpo di Stato". E, a dire il vero, si stenta a trovare argomenti dissonanti. La Marcia su Roma fu indubbiamente una prova di forza, con l’appoggio indiretto della monarchia e dell’esercito, del capitalismo agrario, ma fu anche l’espressione di una radicale volontà di cambiamento. Un’Italia che alzava la testa con orgoglio dopo una vittoria, a torto a ragione, considerata "mutilata"; un’Italia che voleva dare una svolta ad una politica grigia, con frequenti moti di piazza, che viveva il nuovo secolo in un clima di mito della violenza, con un fervore culturale e letterario come forse mai aveva conosciuto. Ricordare oggi la Marcia su Roma? Sì, al di là delle scelte politiche personali, al di là del giudizio consegnatoci dalla storiografia, a favore o contro,fu un fenomeno che concludeva un lungo percorso di gestazione. Ciò che va ricordato è la volontà d’essere protagonisti del cambiamento, la volontà di dare una svolta popolare e sociale.

Antonio F. Vinci