ANTIAMERICANI ? NO : SOLO ITALIANI.
Di guerra ne stiamo parlando ogni giorno, ormai, e purtroppo. Ed anche il Barbarossaonline ovviamente se ne occupa con grande spazio in questo numero. Ci sono posizioni diverse, letture diverse ed è giusto che sia così. Ma ciò che abbiamo letto su www.destra.it ci ha - come dire - colpito, scandalizzato, irritato: scegliete voi. Ognuna di queste sensazioni va bene, anche tutte insieme. Perché bisogna giungere alla fine del "pezzo", quando si parla del fatto che il popolo americano " per cinquanta anni ci ha difeso dall’invasione sovietica. Ci hanno difeso dai comunisti, ci hanno regalato la libertà perenne.", per capire che non eravamo andati per sbaglio su un sito inequivocabilmente di sinistra. No. Il sito è proprio quello della destra italiana, almeno nel titolo. Già l’inizio dell’articolo non è dei più esaltanti. Si chiede di fare un gesto di consenso non per convinzione, ma perché ormai siamo americanizzati e, quindi, tanto vale
Il fatto è che non tutti se la sentono di pronunciare lo slogan : "io sono americano".Forse c’è chi preferisce ancora lo slogan che AN coniò qualche anno fa :"Grazie a Dio sono italiano". Beh, c’è chi non l’ha dimenticato quello slogan, che probabilmente ha un radicamento nelle coscienze ben superiore ad un atteggiamento dettato dall’emotività. E, per amor del cielo, non riparliamo di sorgente nazionalismo. E neppure di essere, di conseguenza (chissà poi perché) antiamericani. O, peggio, filoSaddam. Non si vuole cadere in una polemica inutile quanto insidiosa, ma la favoletta dello zio Sam che fa le sue guerre da quasi cento anni in Europa e nel resto del mondo solo per portare la democrazia e la libertà mi fa venire in mente il colonialismo ottocentesco che in nome della civiltà ha depredato, massacrato, distrutto intere popolazioni e culture.Il fatto è che,nella migliore delle ipotesi, si tratta di scegliere il male minore, ma pur sempre di male si tratta. Gli USA fanno pulizia degli stati "canaglia" , reduci dall’eccidio dell’11 settembre. Ma la guerra era l’unica strada? E a che prezzo di vite umane, di rapporti internazionali, di indebolimento dell’Europa, di scatenamento di reazioni disperate di terrorismo? Sono questi gli interrogativi che molti si sono posti. Interrogativi tanto semplici quanto ovvi, ma non per questo infondati.
Riportiamo, per completezza di informazione, l’articolo apparso su www.destra.it del 26 marzo. A seguire la lettera che Roberta Capotosti, giovane e grintosa camerata, delegata nazionale, ha scritto al direttore del sito. Una lettera che condividiamo in pieno e che, per la schiettezza del contenuto e il tono deciso, va letta.
Antonio F. Vinci
ANDIAMO A PRANZO DA MCDONALD’S, FACCIAMO BENZINA ALLA ESSO
L’antiamericanismo ci fa schifo, non rivogliamo l’Urss, evviva BushAndiamo a pranzo da McDonald’s. Facciamo benzina alla Esso. Ascoltiamo musica targata Usa. Insomma, compriamo americano, viviamo americano, respiriamo americano.Facciamo dunque un gesto. E non si tratta di un gesto pro guerra, a favore delle bombe. Si tratta di un gesto di solidarietà. Un gesto di solidarietà agli americani contro questo schifoso antiamericanismo imperante. Ogni giorno ascoltiamo in tv, alla radio o leggiamo sui giornali, parole, dichiarazioni, frasi vomitevoli contro gli Stati Uniti d’America. Sia chiaro. E’ giusto criticare questa guerra, giusto anche protestare, scendere in piazza, accusare. Ma è intollerabile sparare parole che sembrano bombe su un popolo. Contro un intero popolo che ci è amico. Non vogliamo ritirare fuori la solita retorica della seconda guerra mondiale e della Liberazione che ci hanno dato anche i soldati che hanno combattuto e sono morti per la nostra libertà (e per questo non finiremo mai di ringraziarli). Ma vogliamo ricordare che il popolo a stelle e strisce ha accolto i nostri emigranti e che proprio per questo quando oggi parliamo degli americani parliamo di un pezzo degli italiani. Vogliamo ricordare che questo popolo ha messo in piedi per noi il piano Marshall e per cinquanta anni ci ha difeso dall’invasione sovietica. Ci hanno difeso dai comunisti, ci hanno regalato la libertà perenne. Ci hanno fatto crescere economicamente: siamo diventati oggi la quinta potenza industriale del mondo.Potremmo continuare. Non lo facciamo perché non vogliamo dare qui lezioni di americanismo. Vogliamo solo dire che chi brucia le bandiere a stelle e strisce, chi rompe i distributori di benzina ci fa schifo. Siamo contro di loro, siamo con gli Usa. Se vuoi aderire, scrivi a collaborazioni@destra.it
Lettera aperta al direttore di www.destra.it
Egregio direttore,
scrivo a Lei in merito al delirante comunicato pubblicato con il quale il Suo sito ha lanciato una campagna pro USA, non essendo lo stesso firmato. Mi spiace fin d’ora se userò toni e modi poco eleganti ma la quantità di idiozie che vi ho trovato mi impone di lasciare da parte lo stile e la forma per andare diretta alla sostanza. La vera cosa "vomitevole" che ho rilevato è la totalità del comunicato stesso. Mi duole doverLe sottolineare una "banalità", evidente anche ai più stolti e cioè che le sole bombe sparate su un popolo sono quelle americane e, quindi, l’affermazione "è intollerabile sparare parole che sembrano bombe su un popolo" mi sembra oltremodo di cattivo gusto e, questa sì, veramente schifosa. Pur essendo nello stesso partito sono lieta di constatare che abbiamo amici differenti. Peccato che i "nostri" eroi (o meglio quelli che dovrebbero essere gli eroi di ciascun erede della Repubblica Sociale) si stiano rivoltando nella tomba al ricordo della barbarie compiuta ai loro danni dagli imboscati partigiani e da cosiddetti "liberatori". Io sono con i primi e, di conseguenza, contro gli USA e contro quelli che, pensando di essere liberi, svendono la loro cultura, la loro storia, la loro anima, i loro sogni. Invece di lanciare una campagna pro USA impegnate il Vostro tempo, che immagino prezioso come il mio, a ricordare da dove venite e a vergognarvi di dove state andando, con chi ci state andando e con quali motivazioni. Parlate dei nostri emigranti accolti dal popolo a stelle e strisce. Ma di quale accoglienza parlate? Negli USA ci sono arrivati con sudore e fatica, accolti a pesci in faccia, adattandosi a fare i lavori più umili per qualche mollica di pane. Ma d’altra parte cosa ne potete capire Voi di dignità e fierezza che scattate sugli attenti di fronte ad una bandiera che non è la vostra pronti a piegarvi a novanta gradi per raccogliere un hamburger lanciato dalla jeep a stelle e strisce. Se non era vostra intenzione dare lezioni di americanismo anche in questa occasione avete fallito perchè, oltre a questa avete dato modo a noi di vedere la vostra vera faccia e agli americani di individuare con precisione un’altra parte del vostro corpo che, nel vostro caso, equivale alla prima. Fiera ed orgogliosa di essere dall’altra parte della barricata mi scuso per il tempo che vi ho rubato e vi ringrazio per l’opportunità che mi avete regalato: sentirmi diversa da voi. Cordialmente.
Roberta Capotosti