LA CRISI DI AN
E furono elezioni amministrative!
La solita bagarre di fine scrutinio. Anzi, a dire il vero, la solita bagarre a scrutinio ancora in corso, alla radio, alla televisione, sulla stampa. Abbiamo vinto noi
No, noi... Ma al Sud abbiamo recuperato
Sì, ma al Nord da soli vinciamo... Sì, ma se ci fossimo presentati subito assieme, senza attendere il ballottaggio... Ma no, marciare divisi per colpire poi uniti
E’ stato un voto di svolta
Una vittoria netta
Queste elezioni hanno un valore politico grande
Insomma : sceglietevi la vostra dichiarazione, come più vi fa comodo. Certo che Gianfranco Fini non ha mandato giù il crollo dei voti, e la conseguente sconfitta del candidato Moffa alla Provincia di Roma. La sconfitta di Moffa è stata vista come una sconfitta di tutto il partito. Sono note le dichiarazioni di Storace contro Bossi. Sono note le parole di Fabio Rampelli, consigliere regionale e coordinatore di Destra Protagonista nel Lazio, contro Storace : «L’unico rimprovero che posso avanzargli, lo confermo, è sul correntismo esasperato che si è impadronito del partito romano e laziale, fiaccando l’entusiasmo del nostro elettorato, su cui credo abbia qualche responsabilità". E più avanti nel Comunicato stampa : "La gente ora pretende risposte, vuole ospedali che funzionino, vuole una burocrazia vicino al cittadino, non vuole plauditores ma persone capaci, pretende che nelle case popolari vengano garantiti i servizi, che il turismo e la cultura siano settori trainanti dell’economia locale, che i trasporti vengano rilanciati e gestiti con trasparenza, e l’ambiente sia un elemento di qualità che contraddistingua la destra di governo». Al di là della "situazione romana" le critiche di Rampelli possono valere anche per altre situazioni. Perché, non sarà vero, ma la gente avverte sempre di più AN come schiacciata su Forza Italia. Sempre più la Destra viene vista come un coro di yesmen : una categoria che, onestamente, storicamente, non ci appartiene. Storace ce l’ha con Bossi, ma il vice-presidente del Senato, il leghista Roberto Caldiroli ha dichiarato :"Se corri per gestire il potere l’elettore ti punisce, se rispetti i patti elettorali vinci. Evidentemente la politica del Nord paga". E allora cosa facciamo : AN sempre meno partito nazionale e più partito del Sud, per bilanciare la forza della Lega al Nord? Le riflessioni, a caldo, che si possono fare sono molte. Si potrebbe evidenziare che il successo elettorale, il consenso, non sempre coincide con ciò che è giusto. Una concezione vera, alta, della politica vorrebbe che si debbano prendere scelte anche gravose, anche impopolari, rischiando di perdere voti. E’ il caso di AN sull’indulto, sul conflitto in Iraq, soprattutto sulla giustizia. Ma la politica non è un circolo di anime belle: vince chi prende più voti. E allora fa bene la Lega? Forse non è solo questo il problema. Come dicevo prima la sensazione che la gente ha nei confronti di AN, la disaffezione che mostra, lo andiamo dicendo da anni ormai, è dovuta alla nostra caduta di identità. Votare per votare la Casa delle Libertà voto per Forza Italia; votare per votare il Polo voto l’UDC, almeno ha un’identità cattolica marcata. Eppure AN è nel giusto. Indubbiamente ci sono, come ovunque, opportunismi, atteggiamenti di indifferenza, chiusura nelle stanze del potere appena conquistato, ma probabilmente il limite maggiore di AN è soffrire di una mancata, autentica, rivoluzione interna. La Destra italiana è erede di una tradizione storica che, nel bene e nel male, ha segnato l’Italia. Questo è imprenscindibile. Ma è anche vero che, se quella tradizione è ormai relegata nei libri di storia, pur costituendo un bagaglio di valori e di ideali in buona parte ancora condivisibile, la storia, e la politica, non si può farla guardando al passato. Una Destra che non rinneghi il passato ma che guardi senza nostalgie avanti, può avere un grande futuro. "Né rinnegare, né restaurare" diceva Almirante, ce ne ricordiamo? In AN ancora molti non sono capaci di guardare avanti; invece molti sono saliti sul carro del vincitore scoprendosi un’anima di Destra, improvvisamente. E questi, magari in buona fede, ma senza un passato alle spalle, fanno piccolo cabotaggio. E questi ultimi saranno i primi a saltare giù. E’ già successo
, succederà ancora
Né rinnegare, né restaurare. Sino a quando in AN resteranno queste due anime separate, fino a quando sopravviverà questa dicotomia, AN non potrà veramente crescere. E’ ai giovani, soprattutto ma non solo, che ci rivolgiamo. A questi giovani che non hanno conosciuto il fascismo ( e nemmeno il ’68
) rivolgiamo il nostro appello. Sono giovani generosi, come tutti i giovani; sono uomini e donne che credono e lottano ( e fino a pochi anni fa hanno bagnato di sangue, il loro sangue, le strade d’Italia) per ideali e valori, ma che vanno ad attaccare anche i manifesti di notte
Non lasciatevi, non lasciamoci, ingessare in slogan, correnti, piccole vendette personali. Se crediamo in quei valori, viviamoli, non urliamoli soltanto; non inseguiamo il consenso effimero, realizziamo quello che permane nelle coscienze. E il consenso si ottiene stando vicino alla gente, sentendo le sue esigenze, mostrandoci capaci, diventando esemplari, efficienti, consapevoli, nel lavoro, nella scuola, nella vita di ogni giorno.
Antonio F. Vinci