SOMMARIO DELLA SEZIONE:
- MILANO
- BUSTO ARSIZIO
MILANO
Quando la Destra si sveglia
Presentazione al Grand Hotel e de Milan il 18 dicembre della candidata, alle regionali del 3 e 4 aprile, Paola Frassinetti. Già assessore provinciale all’Istruzione nella Giunta Colli, la Frassinetti è espressione della Destra sociale in AN ed è nota sul territorio per le molte e difficili battaglie che ha sempre condotto da dirigente storico prima del FdG e del MSI ed ora di AN. Presentata dal Vicepresidente nazionale giovanile Carlo Fidanza, alla presenza del giovane onorevole Alberto Arrighi e del ministro per le politiche agricole Gianni Alemanno, la Frassinetti ha presentato il suo programma elettorale. La Destra sociale oggi sembra godere di buona salute non solo per la presenza nel triumvirato che guida AN di Gianni Alemanno, passando così dalla "monarchia" finiana alla "repubblica", ma soprattutto perché ancora recentemente la Destra sociale ha sottolineato il suo richiamarsi a "radici partecipative, comunitarie e solidaristiche, lontane dall’idea di una destra liberal-liberista di stampo anglosassone". Ribadita la falsità di chi vuole vedere la Destra sociale come "centralista, meridionalista, assistenzialista", la Frassinetti propone - insieme a tutta la Destra sociale - un modello improntato alla sussidiarietà, con la "valorizzazione dei territori, le categorie, l’associazionismo, la cooperazione ed il terzo settore, tutte quelle realtà che contribuiscono a creare legami comunitari". Ma è scorrendo il programma, il progetto politico ciclostilato e dato a tutti i partecipanti alla riunione, in una sala gremitissima, che si viene a conoscenza di critiche tutt’altro che di poco conto: " Oggi AN è in difficoltà a Milano perché non riesce a rappresentare le esigenze delle categorie, perché è rappresentata complessivamente da una classe dirigente selezionata secondo criteri lontani dalla meritocrazia, perché è amministrativamente appiattita su Forza Italia, perché salvo rare eccezioni non ha una classe di sottogoverno in grado di rispondere alle sollecitazioni politiche del Partito, perché è poco radicata sul territorio." Non cè che da rallegrarsi per simile schiettezza. E più avanti : "Oggi AN, a Milano, e nella sua provincia, è spesso rappresentata da personale politico non all’ altezza. ( ) si deve tornare ad un Partito che sappia rappresentare e mobilitare le energie di base, non più il terreno di conquista per questo o l’altro esponente ma il terreno in cui una classe dirigente misura la sua capacità di dare risposte alla comunità che la sceglie, alle istanze della società, ai milanesi tutti". La speranza è che questi temi, questi toni, non siano solo occasionali, dettati dalla contingenza delle elezioni regionali prossime. La Destra, come Barbarossaonline va dicendo da tempo, ha bisogno di "rileggersi" , di ritrovare la sua identità. Prima che sia troppo tardi.
Vivere di odio
Il premio Isimbardi è il premio che la Provincia di Milano assegna a cittadini benemeriti, che hanno operato per il bene della Provincia. Quest’anno la nuova Giunta provinciale, presieduta dal diessino Filippo Penati, ha voluto premiare fra gli altri l’associazione delle mamme antifasciste del Leoncavallo, " per il suo contributo nella difesa dei diritti fondamentali e dei diritti dei piu’ deboli". Anche chi non è milanese o lombardo sa cos’è il Leoncavallo: leoncavallino è diventato sinonimo di giovane contestatore di sinistra, della cui violenza la città di Milano è stata testimone per troppi anni. I militanti di Alleanza Nazionale e di Azione Giovani hanno protestato, il 16 dicembre, giorno della cerimonia, davanti al Palazzo della Provincia collocando un albero di Natale che al posto di fiocchetti e palline colorate aveva chiavi inglesi e spranghe; come dire gli "strumenti di lotta" dei leoncavallini. Paola Frassinetti, già assessore all’ Istruzione nella Giunta precedente capitanata da Ombretta Colli e capogruppo attuale di AN in Provincia, ha dichiarato : ’’Questa decisione inopportuna ha screditato un premio che dal 1953 e’ sempre stato assegnato a chi si e’ distinto per particolare dedizione alla nostra Provincia. Premiare chi da anni contribuisce al diffondersi di illegalita’, saccheggi e violenza e’ un’offesa a tutta la cittadinanza’’. Invece il presidente Penati, nel corso della cerimonia, così aveva detto : "Questa onorificenza si chiamava fino al ’99, anno in cui ha preso il nome di Premio Isimbardi, Giornata della Riconoscenza. Noi da questo nome vogliamo ripartire e quindi, dall’anno prossimo recupereremo la tradizione". Ma non finisce qui. Il noto cantautore Enzo Jannacci, all’uscita dalla cerimonia dove era stato tra i premiati, ha mostrato tutto il suo dissenso non solo con un "I fascisti non rompano", ma anche con una frase ben più grave :"Mi ricordo ancora piazzale Loreto e una donna che sparava alla testa di Mussolini appeso per i piedi. Spero di vederlo, anzi sono sicuro che lo vedrò ancora". Paola Frassinetti non solo ha dichiarato che "Jannacci potrebbe essere passibile di denuncia ai sensi della legge Mancino", ma ha aggiunto ’’Jannacci ha inneggiato alla violenza ’armata’, auspicando il riproporsi della ’macelleria’ di piazzale Loreto. Inneggiare a piazzale Loreto, una delle pagine piu’ vergognose della nostra storia, significa continuare a inneggiare alla logica dell’odio e dimostra ancor di piu’ che quest’anno il premio Isimbardi e’ stato trasformato nel premio alla violenza’’. Il consigliere regionale di AN, Silvia Ferretto, non solo aveva inviato al Presidente Penati il dossier sulle violenze commesse negli ultimi vent’anni dai "leoncavallini" per far meglio comprendere l’inopportunità di premiare il Leoncavallo, ma aveva anche diffuso il lungo elenco di reati imputati al Leoncavallo. La Giunta Penati ha commesso un atto gravissimo, ma Jannacci ha mostrato il vero volto di un cantautore antifascista - certo - ma che con le sue canzoni paradossali aveva accompagnato la vita di quelli della nostra generazione, anche di chi non la pensava come lui. Ora, a sessant’anni dalla fine della guerra e della vergogna di Piazzale Loreto ( di fronte alla quale inorridirono gli stessi "liberatori") mostra ancora una volta il vero volto della sinistra, di chi si nutre solo di odio, al di là del finto buonismo imperante.
La storia sepolta di una tragedia italiana
Il 18 dicembre il consigliere regionale di AN Silvia Ferretto Clementi è stata premiata per la tesi di laurea "La storia sepolta di una tragedia italiana". Il lavoro di ricerca sulla tragedia delle Foibe è stato considerato come migliore opera della sezione "nuove ricerche, attualizzazione e divulgazione della storia taciuta". Il riconoscimento e il premio di 500 euro le sono stati consegnati a Verona. "Aver ottenuto questo riconoscimento è veramente una grande soddisfazione - ha commentato Silvia Ferretto - soprattutto perché l’intento principale del mio lavoro era proprio quello di contribuire a far venire alla luce tante verità troppo a lungo taciute. Ho scelto questo argomento perché ciò che è avvenuto in quelle terre rappresenta una delle più grandi ingiustizie nella storia dell’Italia. Dopo una spietata "pulizia etnica" - ha proseguito Ferretto - gli istriani, i fiumani ed i dalmati hanno infatti dovuto subire anche una sistematica "pulizia storiografica" a causa della quale la loro memoria è stata per decenni sepolta e infangata. Ricordare queste pagine di storia dimenticate è un passo importante per superare la cultura dell’odio ed arrivare finalmente ad una memoria condivisa. Donerò il denaro vinto con questo premio - ha concluso il consigliere regionale di Alleanza Nazionale - all’Arena di Pola, testata storica del popolo istriano che da sempre rappresenta un punto di riferimento importante per gli istriani in Istria e nel mondo".
BUSTO ARSIZIO
Scuola di sussidiarietà
E’ iniziata il 3 dicembre, presso l’Auditorium della Fondazione San Giacomo, la Scuola di sussidiarietà. Organizzata dalla Compagnia delle Opere Alto Milanese, la Scuola si propone di formare politici, amministratori, persone che lavorano nel non profit con un corso dal titolo "Società e Stato: il principio di sussidiarietà", nell’arco di quattro mesi. Grande richiamo per la prima serata è stata la presenza del ministro Rocco Buttiglione, reduce dalle vicende di Bruxelles. I prossimi incontri avranno luogo con personaggi della politica e della cultura come il professor Alberto Quadrio Curzio, il vice segretario generale della Regione Raffaele Cattaneo, il professore Maurizio Maccarini, l’onorevole Mario Mauro, vice presidente del Parlamento europeo, il professor Lorenzo Ornaghi, rettore dell’Università Cattolica. La sera del 3 dicembre, in assenza del prof. Curzio, ha tenuto, con grande competenza e chiarezza, la relazione introduttiva la professoressa Simona Beretta, docente di Politiche economiche internazionali presso l’Università Cattolica.