Milano - Numero 46

SOMMARIO DELLA SEZIONE:

  • MILANO
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    MILANO

    Con il Congresso di Milano città del 7 marzo e quello della Provincia di Milano l’8 marzo, si chiude anche la stagione ambrosiana di Alleanza Nazionale. Il primo pomeriggio non ha visto una grande partecipazione di pubblico, tanto che la platea ha dovuto subire una bacchettata dal senatore Servello per la scarsa presenza. Presentazione della mozione congressuale da parte del Presidente cittadino Umberto Maerna; interventi numerosi in seguito, anche con punte decisamente critiche nei confronti dell’operazione "epocale" cui si va incontro, ma il clou è atteso per il giorno dopo. E infatti la domenica 8, dopo la proiezione (come il giorno prima) di un video d’apertura dedicato a Giorgio Almirante, iniziano gli interventi dei big. Così si alternano il senatore Mantica, Maerna, Romano La Russa, Corsaro,Ignazio La Russa; ospiti di Fi, che intervengono applauditissimi, l’on. Guido Podestà, candidato a Presidente della Provincia di Milano e il ministro Mariastella Gelmini. Vengono eletti anche i Delegati al Congresso di Roma, per alzata di mano, in un’atmosfera tra un generale atteggiamento di disinteresse e di apatia… Sembra che il popolo di AN vada nel PdL più rassegnato che convinto. C’è un senso di una ineluttabilità, di un "tanto hanno deciso tutto loro" che serpeggia nel pubblico di vecchi militanti e iscritti, che non lascia spazio neppure a qualche lacrimuccia. C’è chi ricorda che abbiamo già pianto a Fiuggi e che ora deve essere un momento di gioia, perché diventiamo un partito molto più grande, con molta più possibilità di realizzare quei programmi che abbiamo in animo da anni. C’è un video, che stenta a partire.., sull’8 marzo; e non si capisce perché, a parte una breve immagine di Rachele Mussolini ( che strappa gli inevitabili applasi) è tutto giocato solo sulle immagini di Evita Peron, con sottofondo la canzone in inglese di Madonna. C’è il video fatto proiettare da Ignazio La Russa sui nostri soldati: belli, tanto che subito il ministro ha dovuto precisare che sono soldatesse e soldati veri e non attori. AN è già PdL, senza se e senza ma…Lo si vede dagli occhi asciutti, dalla votazione "bulgara" (un solo voto contrario in una sala affollatissima). Il futuro apparterrà pure a noi, ma è tutto da vedere!





    LEGNANO

    Sempre più animata la vita di AN a Legnano! Infatti i due consiglieri rimasti fedeli ad Alleanza Nazionale, Antonino Barone e il capogruppo Antonio Guarnieri, hanno dato le dimissioni dal Direttivo cittadino e dal Partito. Così, dopo l’uscita di scena dell’UDC, dal Consiglio comunale di Legnano scompare anche Alleanza Nazionale! La città che venne definita subfederazione di Milano, testa di ponte della Destra altomilanese, strenuamente difesa negli anni da uomini come Franco Colombo e Franco Falco, per citare solo i due nomi più noti, ora non ha più rappresentanza politica in Consiglio comunale! I due consiglieri hanno dato vita ad una nuova formazione, "Alleanza per Legnano", preferendo non entrare nel gruppo misto, ed hanno dichiarato di appoggiare comunque la maggioranza. Antonino Barone è lo stesso consigliere che, dopo essere uscito dal partito insieme a Marco Commodaro e Roberto Baggio nel febbraio 2008, mettendo in crisi la Giunta Vitali, che aveva ritirato le deleghe a Rosamaria Codazzi e a Massimo Colombo, era entrato insieme a Commodaro nell’UDC. Così il partito d’ispirazione cristiana si era trovato improvvisamente ad essere un gruppo di tre consiglieri, grazie alla presenza già dall’inizio del terzo consigliere, Eugenio Rocco. L’UDC veniva "premiata" con la nomina di un assessore ai Servizi alla persona. Poi il secondo colpo di scena: l’UDC si scioglieva e,mentre Baroni rientrava in AN, gli altri due entravano in FI. Ora nuovo colpo di scena : Barone e Guarnieri, che era rimasto a lungo unico superstite della destra legnanese, vanno via da AN. Cosa ha capito l’elettorato di Legnano? Forse non c’è molto da capire o da interpretare. Basta rileggere quanto lo stesso Guarnieri ha dichiarato a La Prealpina del 17 marzo:"Non ho compreso le modalità di gestione di questa crisi sin dall’inizio. Io sono rimasto al mio posto per coerenza e non per interesse personale, ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è che,quando il circolo ha espresso all’unanimità i nomi degli assessori, c’è stato un inatteso fermate le macchine dal direttivo provinciale. A quel punto non abbiamo veramente gradito". Ora il sindaco Vitali ha fatto capire che potrebbe dare ugualmente un assessorato ad AN,per rispettare il voto dei legnanesi. Andrebbe, presumibilmente, a Domenico Gangemi, il terzo assessore che aveva dato le dimissioni per solidarietà nei confronti di Codazzi e Colombo.