SOMMARIO DELLA SEZIONE:
- ALTOMILANESE
- GALLARATE
- BUSTO ARSIZIO
- CASTELLANZA
- VARESE
ALTOMILANESE
La nascita di Futuro e Libertà sta creando non pochi problemi nella Provincia di Varese dove, grazie al seguito personale dell’ex assessore regionale Luca Ferrazzi, le defezioni dal PdL si sono fatte sentire in modo rilevante. Ma la situazione è in fluida evoluzione se è vero come è vero che stiamo per assistere a ritorni di finiani pentiti sotto la bandiera del PdL. Quando scriviamo queste righe, nella Provincia di Varese è tutto un susseguirsi di ipotesi di rientri repentini, un’annunciata conferenza stampa, di ripensamenti. E parliamo, ovviamente, di rientri di personaggi che rivestono cariche istituzionali, perché l’impatto della scissione sull’elettorato e dei successivi ripensamenti dei singoli cittadini non si è in grado di quantificare. Cosa avverrà nei prossimi mesi, quindi, è un mistero: quello che si stava profilando all’orizzonte è da rimettere in discussione. I rientri rimescoleranno ancora una volta le carte, mentre quelli che sono rimasti fedeli al PdL non vedranno certo di buon occhio il ritorno a casa.
GALLARATE
Gallarate è la città che più di altre, in provincia di Varese, dovrebbe risentire della fuga di ex aennini verso Futuro e Libertà. Perché Gallarate è la città di Luca Ferrazzi, l’ex assessore regionale di AN non rieletto, e quindi non più nominato assessore, che è diventato il portabandiera della scissione finiana. Ferrazzi, che ha scoperto un’improvvisa dedizione per il Presidente della Camera dopo essersi sempre dimostrato antifiniano, ha portato nel nuovo partito molti rappresentanti nelle amministrazioni locali ed anche provinciali, che probabilmente lo hanno seguito in segno di fedeltà. A Gallarate, per esempio, c’è l’assessore Luca Carabelli, assessore all’Istruzione, che è passato con Fini. Ma a Gallarate c’è anche il vicesindaco Paolo Caravati, che è restato fedele al PdL. In una recente intervista Caravati si è proposto come colui che raccoglie la bandiera della Destra nel PdL e, ci sembra, a ragione. Caravati era entrato in Forza Italia nel 1994, per poi passare in AN nel 1999 e, quindi, nel PdL. Per Caravati, uomo di spessore culturale e di grande esperienza amministrativa, forse sarebbe stato più comodo passare anche lui con i finiani, guadagnando nuove e diverse posizioni. La sua disponibilità ad essere candidato sindaco alle prossime elezioni amministrative infatti, dopo dieci anni di vicesindaco, appare sempre più in salita, specialmente ora con una Destra indubbiamente indebolita; oltre tutto ha di fronte anche candidati di prestigio come gli assessori Massimo Bossi e Isabella Peroni. Ora si trova a dover ricompattare la Destra gallaratese in un momento particolarmente difficile. Un compito indubbiamente impegnativo, ma che per il PdL gallaratese potrebbe significare moltissimo. Ma dopo le ultime notizie di rientri che avverrà? Caravati rimarrà la bandiera della destra gallaratese? D’altra parte i voti dei finiani pesano, fanno comodo, e come!
BUSTO ARSIZIO
Il sindaco di Busto Arsizio Gigi Farioli, per molti semplicemente Gigi, unisce capacità gestionali e grande passione per la politica con una travolgente carica di simpatia. Anche lui, però, si trova a gestire nella sua città, che ama definire "capitale d’Italia", morale ma pur sempre capitale, la nuova situazione che si è venuta a creare con la nascita del partito dei finiani. Il 24 novembre il giornale locale La Prealpina ha pubblicato la notizia di una telefonata del ministro della Difesa Ignazio La Russa con il titolo : La Russa chiama Farioli "Caro Gigi, caccia Lista". Il più autorevole rappresentante nazionale della destra nel PdL chiedeva al sindaco di cacciare Luciano Lista, assessore ex AN passato con Fini, e di mettere al suo posto la figura storica della Destra bustocca, Ninetto Pellegatta. Farioli ha risposto picche, come si suol dire. Peccato che contemporaneamente, lo stesso giorno, usciva un’altra dichiarazione dello stesso sindaco su Varesenews : " «Non posso negare che c’è movimento nei confronti dei finiani» fa il sindaco con understatement britannico. E a Lista, riscoperto sostenitore del primo cittadino, cosa ha da dire Farioli? «Gli dico che regali ai finiani traditori io non ne faccio, ma non ho nemmeno intenzione di prendere iniziative. Per lui, dimettersi sarebbe una scelta coerente ". Allora, signor sindaco, come la mettiamo? Intanto Luciano Lista non solo non si è dimesso, ma voci sempre più consistenti dicono che stia abbandonando Fini per rientrare anche lui tra i pidiellini. Anche qui il "gioco si fa duro".
CASTELLANZA
Come a Busto Arsizio Gigi Farioli, così a Castellanza il sindaco uscente, Fabrizio Farisoglio, ha dato la disponibilità per la candidatura per il secondo mandato. Farisoglio è, come si dice con brutta espressione, "prestato alla politica", diversamente da Gigi Farioli, ormai politico navigato. La sua elezione cinque anni fa, quando nessuno lo conosceva a Castellanza, fu merito dall’alleanza tra le forze che allora concorrevano a formare la lista che portava il suo nome: FI, AN, Lega, UDC, la Lista dell’ingegner Tellarini, ottenendo il 35,79 %. Oggi le prospettive di successo non sono più così rosee. La scissione di Futuro e Libertà, rappresentata a Castellanza dai due assessori Emanuele Abruzzo e Giovanni Manelli, sarà sicuramente condizionante, anche se attendiamo i risvolti dell’ultima ora . Ora Farisoglio si trova con un PdL locale che non ha fatto grandi manifestazioni di giubilo alla sua candidatura; una Lega che dichiara per ora di correre insieme al PdL ma che non si sa mai in dirittura d’arrivo ; c’è poi il fianco scoperto degli ex aennini; ci sono i malumori (e dire malumori è dire poco ) di personaggi già in Giunta, come l’ex assessore al Bilancio Tiziano Langè, poi defenestrato (che ha già una sua lista); e Maurizio Tarantino, consigliere di maggioranza che vota sistematicamente contro la maggioranza di cui fa parte Nell’ambito della cittadinanza si percepisce una certa freddezza nei confronti di questa Amministrazione e i punti deboli appena evidenziati non partecipano certo al rafforzamento di un consenso già debole. Eppure Farisoglio è il "sindaco naturale" del PdL. Lo scarso entusiasmo che ha sollevato nell’ambito del suo partito non è dovuto certo alla persona, alla quale si riconoscono doti di capacità e di intelligenza politica, ma alla passata conduzione dell’Amministrazione. Farisoglio è stato, in questi cinque anni, un po’ prigioniero dei partiti, pagando il dazio della sua inesperienza. Una presenza non certo assidua in città, dovuta pur sempre a motivi di lavoro o di salute; una deriva nei confronti della Lega cittadina, che è riuscita a capitalizzare la carica di vicesindaco, di assessore allo sport e, dopo l’estromissione di Langè, anche dell’importantissimo assessorato al Bilancio; l’inconsistenza di una struttura politica del PdL locale che non lo ha sostenuto abbastanza, sono solo alcuni degli esempi di debolezza che giocano fortemente a suo sfavore. Ora Farisoglio, che ha comunque condotto la barca dell’amministrazione sino in fondo al quinquennio, fra l’altro con un’opposizione certamente non delle più incisive se non a parole, si ricandida sapendo che "nulla è più come prima". Questa volta non è lo sconosciuto che giunge alla conquista della città grazie ai voti del Pdl e degli alleati: ora deve mettere in gioco le sue indubbie capacità gestionali al servizio di un programma elettorale che attende la realizzazione di quanto iniziato. Farisoglio è ora l’uomo che ha dalla sua un’esperienza significativa maturata in questi anni. Il PdL di Castellanza si sta ristrutturando con un atteggiamento più vitale e lo sosterrà indubbiamente come non era avvenuto prima. Gli alleati e gli stessi componenti del PdL sanno di non poterlo "tirare per la giacchetta" come avvenuto sino ad ora. Allora : va tutto bene? No, non ancora almeno. Nel panorama politico locale Farisoglio è indubbiamente la figura migliore, il "non politico" più politicamente corretto. Però per vincere queste elezioni deve offrire alla città garanzie di una sua maggiore presenza; deve formarsi una squadra seria, che faccia un gioco collettivo nell’interesse della comunità castellanzese e non interessi di bottega (come spesso è accaduto); deve avere alle sue spalle un PdL che lo sostenga e che non sia latitante;deve portare a compimento quanto iniziato in questi anni, con trasparenza e senso della realtà dettato dalla situazione economica presente.
VARESE
Il passaggio dal PdL a Futuro e Libertà di parlamentari, assessori, iscritti ex AN non ha solamente lasciato l’amaro in bocca agli ex aennini rimasti con La Russa e Berlusconi. L’improvvisa secessione ha creato un movimento che ha ulteriormente compattato la componente della Destra, orgogliosamente rimasta fedele. Così a Varese qualche sera fa è nata la componente nel Pdl della Destra del Popolo. Il simbolo naturalmente richiama il logo del PdL con la scritta in campo azzurro e un cordone tricolore intrecciato. A tenere a battesimo la componente (che non si parli di corrente, per carità ) è stato Marco Airaghi, già parlamentare ed attualmente Coordinatore vicario del PdL di Varese e provincia, in sostituzione di Luca Ferrazzi. Importante che la nascita sia avvenuta a Varese perché, come si dice in altra parte del giornale, questa è stata una delle provincie più interessate alla diaspora. Non erano moltissimi i presenti, perché non si è voluto fare una prova muscolare, bensì chiamare gli amici (non solo ex AN, fra l’altro, ma anche un folto gruppo proveniente dalla ex FI) accomunati dalla medesima ispirazione di Destra, in vista di creare da subito una struttura sul territorio. Airaghi è stato chiaro : Così come a Roma, in tutta Italia molte "colombe" stanno tornando al nido, dopo aver compreso che il tradimento di Fini e dei suoi falchi aveva ed ha ambizioni personalistiche e direzioni sinistre. Qualora anche a Varese ci fossero persone che avevano creduto alle illusioni bocchiniane, ed oggi sono deluse dal presidente della Camera, ricordiamo che il Pdl, da partito libero, è contento di riaccoglierle, purché ovviamente il ravvedimento non avvenga per convenienza o calcolo, ma per piena e convinta condivisione del progetto politico". La Destra ha dato il meglio di sé sempre nei momenti più difficili sia della sua vita politica che del Paese; la Destra, quella vera, non è una forza da sottobosco politico, affaristica e maneggiona, ma è formata da persone che fanno politica per passione. Perché ci credono. Una categoria purtroppo sempre più difficile da rintracciare al giorno d’oggi. E la Destra oggi ha ritrovato una militanza giovanile, fortemente presente a Gallarate come a Varese come in altri centri, che fa venire in mente la Giovane Italia di 45 anni fa. E non è un caso che la nuova formazione giovanile del PdL si chiami , appunto, Giovane Italia. Questa Destra, che in questo momento di delusione e di frustrazione ha ritrovato l’antico smalto, l’antica voglia, l’antica passione, si troverà alle ormai prossime elezioni amministrative a portare avanti sempre più fieramente i propri ideali. Depurata, perché non dirlo, da chi di essa faceva parte solo per interesse e che per lo stesso motivo si era mostrata pronta a seguire l’avventure che l’avrebbero snaturata.