Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, questa lettera giunta in redazione. Forse varrebbe la pena soffermarsi un po’ sulle parole di questi giovani della Margherita.
LETTERA A CIAMPI
SALVIAMO LA NOSTRA BANDIERA
20-07-2005
Signor Presidente,
In questo momento difficile per la democrazia, dove molti stanno in silenzio e i mezzi di informazione troppo spesso si dimenticano di fare il loro mestiere e si trasformano in telenovela, sento la necessità di alzare la voce in difesa dei valori della nostra Patria. La scorsa sera, dopo una riunione, alcuni di noi con grande preoccupazione e sorpresa, hanno appreso che alla Camera la maggioranza ha approvato un emendamento che modifica le sanzioni per i reati di opinione; solo la Margherita e i Democratici di Sinistra hanno votato contro ed ora il testo andrà al Senato per il voto definitivo. Si tratta di un provvedimento che, tra l’altro, cancella dal codice penale reati come l’attività antinazionale all’estero e l’apologia sovversiva antinazionale. In particolare, nessuno potrà più essere perseguito per aver criticato il capo dello Stato attribuendogli la responsabilità di misure prese dal governo. In tutto ciò, ottiene un’altra vittoria ideologica la Lega, con riferimento ad una serie di reati contro la personalità dello Stato, in maniera particolare a quello concernente il vilipendio della bandiera. La mia attenzione si è concentrata, infatti, sulla depenalizzazione del reato di vilipendio alla bandiera previsto dall’art. 292 del codice penale e cioè, per coloro che non sono addetti ai lavori, la punizione per tale reato non sarà più il carcere, ma il pagamento di una semplice multa. Abbiamo capito che questo è solo il primo passo di un progetto più ampio che mira a destabilizzare nelle fondamenta l’unità del nostro Paese, progetto portato avanti da quella parte politica della maggioranza di Governo che vede nel tricolore un’ottima "medicina" contro la stitichezza o addirittura un surrogato della carta igienica. Quante persone, signor Presidente, sono morte per difendere quella bandiera che oggi vogliamo piegare e chiudere in un cassetto? Quante persone, signor Presidente, continuano a vedere in quella bandiera il simbolo dell’unità del nostro Paese? E’ la bandiera delle "5 Giornate" di Milano, della spedizione di Garibaldi, delle Guerre d’Indipendenza, dei soldati caduti nelle due guerre mondiali, dei cittadini d’Italia, ovunque chiamati a difendere l’onore della Patria, la sua unità, la sua libertà! Noi non abbiamo nessun bisogno di lezioni in tema di libertà di opinione e di libertà di idee! Noi pretendiamo che sia garantita la libertà in tutte le direzioni purché non si favorisca in alcun modo il ritorno di forme di persecuzione razziale, di persecuzione politica o di persecuzione sociale. Duole veramente constatare ciò, perché noi giovani della Margherita crediamo nelle istituzioni e nell’impegno per il bene pubblico e per noi il tricolore è e resterà sempre il simbolo dell’unità della Patria e della libertà del nostro popolo! Ci rivolgiamo a Lei, Signor Presidente, che rappresenta la personificazione dell’unità del nostro amato Paese, perché lotti insieme a noi ponendo in essere ogni strumento legislativo possibile per bloccare questo provvedimento. Uno Stato che, attraverso le sue istituzioni, non tutela e difende i propri simboli ed emblemi, non è uno Stato che tutela i valori comuni. Una nazione che non tutela i valori comuni è solo una aggregazione di persone che rischia di dimenticare la propria identità storica-culturale e le radici comuni.
Non ammainiamo la bandiera italiana, signor Presidente!
Con Stima Il Coordinatore Provinciale Giovanile Della D.L. la Margherita di Pordenone Gri Fabio
Aiutaci a difendere la nostra bandiera! Manda un messaggio a Ciampi all’indirizzo e-mail: presidenza.repubblica@quirinale.it
* "E’ passata l’assemblea nazionale, è passata la direzione nazionale, si sono confrontati ma non scontrati, per carità Dio non voglia, tengono tutti famiglia, tengono tutti l’ansia della acquisizione dei collegi elettorali da riottenere a primavera prossima, nel 2006. E quindi AN resta quel qualcosa che non si sa cos’è e da dove venga e, tutti felici, dicono adesso intanto
andiamo al mare, a settembre se ne parla. Non è un postulato politico questo, non è un postulato ideale questo, è niente, come a niente hanno ridotto AN"
(Historicus, Chi sono e cosa vogliono, in Oggi Nuovo Molise, 7 agosto).
* "Cosa pensa delle posizione assunta dall’ Udc sui problemi della Cdl? Mi sembra che l’Udc stia scotendo l’albero senza raccogliere i frutti. Anzi i frutti li raccolgono quelli del centrosinistra.Mi costringo a pensare alla loro buona fede, anche perché negli ultimi dieci anni siamo sempre stati insieme, nella buona e nella cattiva sorte. Ma ora anch’io comincio ad avere qualche dubbio. Continuando a tirare troppo la corda rischiano di strappare la fune".
(Adolfo Urso, viceministro di AN, in un’intervista rilasciata a Il Giornale il 26 agosto).
* "La sinistra può dividersi in tanti litigi, ma si ricompatta sempre per le cose importanti perché, nella sua configurazione post 1995, serve gli interessi di gruppi economici e di potere corporativo che, alla fine, la richiamano all’ordine. Il centrodestra, invece, non è strumento di poteri forti e di interessi organizzati. Berlusconi è un potere economico in se stesso e non è mai stato cooptato dagli altri che formano l’establishment italiano. Queste due caratteristiche combinate gli hanno permesso di generare e guidare una coalizione non condizionata, anche per la natura antiestablishment di Lega e di AN, dalle oligarchie nostrane"
(Carlo Pelanda,Giochi di potere al centro, IL Giornale, 26 agosto).
* "Il peggior difetto del governo Berlusconi, a mio avviso, non sono le promesse mancate. Il suo maggior vizio, insieme allo straordinario numero di leggi ad personam, è l’incapacità di affrontare rapidamente i problemi del Paese, a mano amano che essi insorgono. Penso ai casi Cirio e Parmalat. Penso alle scalate bancarie e al ruolo della Banca d’Italia. Penso alla cronica irresolutezza di cui ha dato prova in materia di concorrenza e di politica fiscale"
(Sergio Romano in Lettere al Corriere, Corriere della sera, 29 agosto).
Sul "partito unico" molto interessante è il numero 4 di Ideazione di luglio-agosto. Tra gli altri citiamo questi due passaggi:
*"E’ lampante che la fusione dei partiti esistenti in un unico soggetto è ora impossibile, ma è altrettanto chiaro che un luogo di cooperazione rafforzata della Casa della Libertà deve essere costruito"
(Mario Sechi, Partito unico, avanti adagio).
" in conclusione, gli elementi di convergenza, sul terreno economico, per il modello in esame ci sono, fra le attuali forze politiche della Casa della Libertà. Uno schieramento, che va da Alleanza nazionale alla Lega Nord, dai liberali cattolici e laici, ai socialisti, repubblicani, radicali, liberali di sinistra, ai cattolici sociali "di centro". La condivisione esplicita di questo modello economico può dare al partito unico un importante fattore di coesione, perché in esso convergono la componente laica e quella cattolica o, in generale, cristiana. Il modello di economia sociale di mercato, in quanto fa riferimento ai valori individuali e comunitari della persona umana ( di qui la sua qualifica di sociale) comporta una sintesi - non necessariamente univoca - fra i valori della libertà e del mercato e quelli (pur sempre individualistici) della persona umana e della comunità. Più in generale una sintesi armoniosa fra i fini economici e i fini nobili dell’uomo e della società "
(Francesco Forte,La sintesi nell’economia sociale di mercato).