SOMMARIO DELLA SEZIONE:
- DA AUSCHWITZ A GERUSALEMME
- CON FINI
Yehoshua Amishav, ambasciatore della causa di Israele nel mondo, lo abbiamo conosciuto l’altro anno in un viaggio in Italia. Sulla "questione Fini-Israele" ci ha inviato da Gerusalemme questo breve scritto di Deborah Fait, già Presidente dell’Associazione Italia-Israele, che vive oggi in Terrasanta.
DA AUSCHWITZ A GERUSALEMME
E’ arrivato, si e’ messo la kippa’ in testa e ha incominciato il suo viaggio nel paese degli ebrei. Lo abbiamo visto quasi inginocchiarsi mentre deponeva un corona di fiori davanti alla fiamma perenne nella grotta del Memorial della Shoa’ a Gerusalemme. Ha attraversato il padiglione dei bambini, un milione e mezzo di bambini, immerso nel buio, illuminato debolmente da un milione e mezzo di fiammelle. Come si sara’ sentito la’ dentro Gianfranco Fini? Avra’ ascoltato alcuni nomi di quei bambini e la loro eta’: due anni, un mese, otto anni, cinque mesi e cosi’ via , bambini di tutta Europa, anche italiani. Bambini morti nei vagoni bestiame che, da Roma, Parigi, Salonicco, Atene, Budapest, Praga, Amsterdam, erano diretti verso l’Inferno dove i sopravissuti , abbastanza forti da superare il viaggio, venivano torturati, uccisi e fatti passare attraverso il camino, quel lungo camino nero che vomitava le loro ceneri disperdendole nel vento polacco. Fini lo aveva visto quel camino nero durante la sua visita ad Auschwitz ed e’ venuto a Gerusalemme per ascoltare una voce elencare pacatamente i nomi delle presenze che avra’ sentito aleggiare intorno a se’ la’, nel Campo della Morte. Presenze senza pace che una volta erano persone, bambini , un intero popolo che non avra’ mai sepoltura perche’ ridotto in cenere da quei manovali dell’odio col teschio impresso sulla divisa nera. Il viaggio di GianFranco Fini nella terra degli ebrei e’ stato lacerante per tutti. Lacerante per lui, che, se sincero come sembra, deve aver sentito il peso di quell’idiologia ora ripudiata. Lacerante soprattutto per gli ebrei italiani di Israele che alla fine hanno deciso di incontrarlo forse conquistati dalla sua sincera commozione e dalle parole pronunciate davanti alla Fiamma Perenne che brucia per le vittime della Shoa’. Fini non ha chiesto ridicole scuse perche’ nessuno puo’ perdonare per i morti, non si e’ lasciato andare alla retorica, e’ stato chiaro e pragmatico, ha parlato di responsabilita’ per quello che fu, con l’ alleanza col nazismo, il "male assoluto". Gli ebrei italiani hanno guardato in faccia Fini, qualcuno avra’ certamente pensato a quei vagoni bestiame che partivano da Roma per la Germania e la Polonia carichi di incredula disperazione. Qualcun altro avra’ guardato la kippa’ sul "quel" capo forse sorridendo amaramente dentro di se’. Qualcuno si sara’ sentito morire pensando ai genitori, ai nonni, ai fratelli. Pero’ lo hanno accolto e lo hanno capito. Con coraggio hanno capito il suo coraggio e hanno stretto la sua mano. Prima di lasciare Israele Fini si e’ recato al Kotel, il Muro del pianto, non ha voluto le telecamere e si e’ avvicinato a quelle pietre che grondano le lacrime di un popolo perseguitato. Forse quel Luogo carico di energia e di emozioni avra’ suggellato l’inizio di una storia che, seppur carica di inconsolabili e eterni dolori, potrebbe portare a un futuro di pacificazione. Gli ebrei sono pazienti e aspettano.
Deborah Fait
CON FINI...
Perplessita’ e dubbi sono nati in tutti i militanti di AN sulle dichiarazioni che Fini ha fatto da Israele. Un momento di smarrimento ha coinvolto il partito della Destra italiana per qualche giorno... ma e’ motivato tutto questo sconcerto? Vediamo cosa VERAMENTE ha pronunciato il Presidente di Alleanza Nazionale.
Fini in Israele ha detto:
"E’ la ragione per la quale non ci può essere nessuna reticenza sull’orrore dell’Olocausto, sull’infamia dell’antisemitismo delle leggi razziali del ’38 e del ’43 e di conseguenza sulle colpe che a questo proposito ebbe il Fascismo. E se la Shoa rappresenta il male assoluto ciò vale anche per le pagine del Fascismo che hanno contribuito alla Shoa."
Con questa frase non si puo’ non essere d’accordo. Non si puo’ e non si deve negare gli errori e il male che il Fascismo ha fatto. Non ci si deve annebbiare la vista con ideali e valori legittimi a tal punto di nascondere la verita’ storica. In caso contrario faremmo lo stesso errore di coloro che nel Fascismo vedono un periodo completamente sbagliato ed escusivamente negativo obnubilati da un "antifascismo" ormai senza piu’ valore. La storia ci insegna che non c’e’ il male tutto da una parte e il bene tutto dall’altra... e se vogliamo che l’Italia e il mondo intero riconosca i momenti positivi del Fascismo dobbiamo anche denunciare quelli negativi dimostrando di essere migliori di chi per cinquant’anni ci ha attaccato e criticato senza ascoltar le nostre ragioni.
Fini ha continuato cosi’ in Israele:
"Poi lo sappiamo tutti che il Fascismo fu anche tante altre cose. Ma se vogliamo che serenamente lo si possa riconoscere senza che cada sul capo di chi lo fa l’accusa di apologia dobbiamo avere l’onestà intellettuale e se necessario il coraggio politico di riconoscere tutta la verità e senza alcuna reticenza di trarne le doverose conseguenze."
E anche lunedi’ 1 dicembre 2003 a "Porta a Porta" (rai uno) Fini ha commentato ampiamente e nella stessa direzione le frasi qui riportate. Imboccato da un Vespa in parte provocatorio ha confermato che la critica e’ per quegli errori del Fascismo che dovrebbero essere ben evidenti e noti a tutti... tra cui le leggi raziali e la complicita’ nello sterminio degli ebrei ...non globalmente al periodo del fascismo.
Stessa cosa si dica per la Repubblica Sociale Italiana che non va disprezzata ma anzi onorata cosi’ come abbiamo sempre fatto in AN. Ma in quelle pagine di sangue e fedelta’ dobbiamo denunciare anche cio’ che di sbagliato e’ stato fatto.
Risulta evidente che la situazione e’ molto differente da quella che e’ apparsa mentre Fini era in Israele. Fini ha dichiarato cose che i giornalisti, come spesso capita, hanno estrapolato e svuotato dal loro reale significato. Ha pronunciato frasi che sono perfettamente in linea con le tesi di Fiuggi di 8 anni fa. Perfettamente in linea con le frasi di Almirante quando criticava fermamente l’antisemitismo e ne prendeva le distanze al tempo del Movimento Sociale Italiano.
Vito Andrea Vinci
conosciuto in rete come Vav
Fondatore e Coordinatore della principale mailing list nazionale dedicata al mondo della destra che da cinque anni riunisce e fa confrontare centinaia di militanti e simpatizzanti in un dibattito quotidiano.
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