Cosa manca all’Italia oggi? Cosa manca per ritornare con dignità tra le altre nazioni? Facile rispondere : i soldi. Facile dire : risanare il deficit, far risalire il Pil, aumentare l’occupazione, far scendere il mitico spread! Tutto vero, ma questi obiettivi non si conseguono certamente se non partiamo da una riflessione sul nostro essere italiani. E’ inutile che continuiamo ad autoincensarci ricordando la nostra storia: quella fu e non ritorna più. Smettiamola di considerarci i migliori, i più bravi, quelli che si tolgono dalle difficoltà grazie all’ingegno, all’italica fantasia. Rischiamo di cadere nella stessa falsa retorica di chi credeva che bastassero ideali e valori per contrastare le armate statunitensi. Non bastarono "otto milioni di baionette" contro la potenza bellica degli Alleati e se lotta ci doveva essere tra "Il sangue e i cannoni", beh la storia ci insegna che i cannoni la spuntano sempre. Non sarà bello, non sarà "romantico" ma è realistico. D’altra parte la storia d’Italia è sempre stata la storia della ricerca di un uomo forte ( che fosse Crispi o Giolitti o Mussolini o De Gasperi o Fanfani o Craxi o Berlusconi, poco importa); un uomo che potesse "sistemare" le cose, cui dare fiducia. Un ’ incarnazione dell’italico stellone, insomma. Oggi tocca a Monti che, pur perdendo sempre più consensi (non elettorali perché non eletto ma nei sondaggi) tenta pure lui di cambiare l’italiano. Non pare che l’operazione gli venga bene, però. C’è già chi aveva detto che "pagare le tasse è bello" : poco ci mancò che lo linciassero moralmente! Qualcun altro ha detto che i giovani italiani sono "bamboccioni" : apriti cielo, guai a toccare i figli di mamma. E se il ministro Fornero si azzarda a dire che è meglio prendersi una laurea che comperarsi un bilocale, sembra che abbia attentato all’economia nazionale. Insomma dobbiamo metterci in testa che possiamo, che dobbiamo cambiare. E cambiamo senza bisogno di avere ulteriori maestri. Ce la possiamo fare anche da soli: siamo abbastanza cresciuti! E’ che l’italiano non vuole cambiare. E’ convinto che "poi tutto s’aggiusta"; è convinto che sia sempre il migliore. In tutti i campi. Specialmente in quello sessuale. Poi, l’altro giorno, è arrivata una ricerca che ha messo al primo posto le donne italiane come amanti e i maschi italioti beh non proprio in vetta. Il gallismo italiano ha subito un duro colpo, ma facciamo finta di niente. Ecco: noi italiani facciamo finta di niente. Lo abbiamo fatto per secoli. Ce l’hanno ricordato Guicciardini e Machiavelli, ma noi niente. Ce lo ha ricordato la storia nei diversi momenti, ma noi niente. Ci manca una merce semplice, ma preziosa e che non si compra al mercato : l’onestà intellettuale, il senso del dovere e non solo del diritto. Ci vuole una rivoluzione culturale, ma deve nascere da noi, sin dalle piccole cose. Nascere in casa, nel rispetto del proprio coniuge, dei figli; nel lavoro, nei confronti degli altri; nella scuola, nel rispetto dei ruoli. Avere il coraggio di ammettere che abbiamo sbagliato, che sbagliamo, che si deve cambiare. Viviamo in tempi difficili, ma non guardiamo avanti. Ci chiudiamo nel nostro piccolo mondo, credendo di salvarci. E la fine è lì, a pochi passi. La fine, economica e morale, è lì anche per noi. Noi chiudiamo gli occhi e pensiamo che sia come il cancro : può toccare gli altri e non noi!
V.A.