Gallarate ombelico d’Italia? La “città dei due galli” come laboratorio della politica nazionale, che possa dare risposte ai tanti problemi che ci affliggono quotidianamente? Forse sì, a seguire certi avvenimenti. La politica nei confronti degli immigrati, per esempio. C’è chi pensa che le nostre tradizioni religiose possano disturbare i non cattolici (in modo specifico i musulmani). Un timore presunto, considerato che non pare che ci siano state nel tempo particolari reazioni. E poi: forse che i cattolici sono disturbati dalla presenza religiosa, dico religiosa, dei musulmani? E i professanti le altre religioni? Gli ebrei, i luterani, i buddisti e tutte le altre appartenenze religiose? Ma ecco che a Gallarate nella scuola media Ponti la canzoncina di Natale viene emendata e il nome di Maria e Gesù vengono sbianchettati! Il sindaco Andrea Cassani ha subito preso posizione contro questo atteggiamento, provocando anche l’intervento del Dirigente provinciale (il Provveditore agli studi della Provincia di Varese) Claudio Merletti che in merito all’episodio ha così commentato alla testata giornalistica di Malpensa24 in un articolo a firma di Giusy Patera del 6 dicembre: “La confusione si è generata perché effettivamente i ragazzi si sono visti arrivare i testi modificati senza che fosse spiegato il motivo, ci sono state delle incomprensioni. Ma in ogni caso, il problema è ora risolto: i testi sono stati riportati alla versione originaria”. Eppure, come lo stesso sindaco riporta sulla sua pagina Facebook: “Sono stato contattato dalla Dirigente Scolastica che ha così motivato la scelta: “si tratta di un adattamento teatrale”. Invece sulla canzone dove sono state tolte le parole Gesù e Signore non mi ha saputo motivare la scelta ma mi ha detto che con tutta probabilità quella canzone non verrà più cantata con le modifiche ma in originale!”. E questo fa il paio con la risposta del parroco della chiesa bolognese di Santa Teresa del Bambin Gesù. Qui, in occasione del Concerto di Natale, è stata cantata “Bella ciao”, che proprio un canto di pace e di fraternità – pur nel rispetto delle idee altrui – non sembra. Ebbene il parroco, don Massimo Ruggiano, ha candidamente risposto in merito: "Mi spiace per il polverone: non avevo visto il programma". Posizioni che non hanno bisogno di commento, ci pare.
Bene ha fatto il primo cittadino gallaratese a prendere le difese delle nostre tradizioni cristiane contro chi, forse anche in buona fede, non si accorge che negare la propria storia religiosa e culturale, le proprie radici per un atteggiamento cosiddetto “politicamente corretto”, significa ripudiare il proprio passato, la propria storia per creare il deserto. Deserto di credenze, di fede, di punti di riferimento, di valori. Non si lavora per la pace e l’integrazione con simili provocazioni, specialmente nell’ambito di una scuola, a contatto con bambini che non si sanno spiegare il perché di simili comportamenti. Meglio sarebbe stato far cantare canzoni natalizie senza alcun riferimento religioso (ammesso che ce ne siano…) piuttosto che deturpare il senso del testo. Meglio non far cantare nulla, piuttosto che stravolgere il senso del Natale. In effetti il Natale è ormai da anni una festa consumistica (lo sappiamo fin troppo bene, ma facciamo finta di niente); per far regali ai bambini, per sentirci più buoni noi adulti (ne abbiamo bisogno, a quanto pare); per scambiarci gli auguri (auguri di che?). Abbiamo perduto il senso del Natale, che è la nascita di Gesù, del Redentore e non l’avvento di Babbo Natale, del panettone, dell’albero addobbato. Sembra incredibile come il Natale sia ormai manipolato, strattonato da ogni parte per offrire provocazioni. Così si va dal bambinello nero (e perché non giallo?) al Gesù bambino che nasce in un cassonetto della spazzatura o una festività che diventa occasione per attaccare Salvini. Sì, proprio Salvini, come indirettamente ha fatto don Enrico d’Ambrosio; ecco le parole del sacerdote della parrocchia di Campagnola riportate da Il Giornale.it del 28 dicembre: "Chi non accoglie e vota quel partito che chiude i porti anche la vigilia di Natale è un cristiano insignificante". E non è un caso isolato. Anche il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, durante la Messa di Natale ha attaccato la politica del governo contro l’immigrazione clandestina. Insomma da parte di alcuni sacerdoti, anche con incarichi pastorali di rilievo, non si perde occasione per attaccare il governo, per fare politica. Perché di questo si tratta. Non si mette in dubbio che i pastori di anime debbano parlare del quotidiano, della vita di tutti i giorni e dei problemi che vi si trovano, ma fare politica nel senso partitico del termine, politica politicante no. Sono ormai lontani i tempi e scomparsi quegli uomini politici che prendevano “indicazioni” dal Vaticano.
“Cristiano insignificante”? A quando la scomunica?
Bene quindi, ripetiamo, ha fatto il sindaco di Gallarate che sulla sua pagina Facebook ha così commentato la vicenda: “Storpiare le canzoncine natalizie su Gesù o Maria, quando il Natale stesso è una festa Cristiana legata alla Nascita di Cristo, è una cosa senza senso. Quindi, a mio avviso, queste insegnanti o non festeggiano del tutto il Natale (e conseguentemente si rendono disponibili ad essere presenti in classe dal 23 al 31 dicembre per non “urtare” chi non è Cristiano) oppure che festeggino il Natale per quello che è. Perché in questo Paese siamo noi che dobbiamo integrarci con chi arriva e non viceversa?”.
Andrea Cassani è un sindaco giovane, è della Lega, e la sua posizione, di cui ha voluto far partecipare i cittadini sui social non pare proprio dettato da acrimonia ma, piuttosto, da quello che si sta perdendo da un po’ di tempo a questa parte: il buon senso.
Il Barbarossa