Questo è l’anno del Centenario della nascita dell’Aeronautica Militare italiana. Molte le manifestazioni per ricordare quel lontano evento, così carico di significato. Tra i tanti ricordi che vengono in mente ripercorrendo la storia gloriosa della nostra aviazione non sfugga, però, quanto avvenne tra il 1º luglio ed il 12 agosto 1933, in occasione del decennale della nascita. Un’impresa che è rimasta famosa e che vale la pena ricordare. Fu la leggendaria “Crociera aerea del Decennale”: da Orbetello a Chicago, poi New York e ritorno a Roma. Furono 25 idrovolanti SIAI Marchetti S.55X (la X si riferiva al Decennale della fondazione dell’Aeronautica) a prendere parte all’impresa; divisi in 8 squadriglie e un aereo di riserva al comando del generale di S. A. Italo Balbo.
L’idea era venuta ad Italo Balbo e inizialmente la crociera doveva celebrare il decennale dell’avvento del fascismo, nel 1932, ma mancando il tempo necessario per l’organizzazione venne spostata all’anno seguente e diventò la celebrazione del decennale della fondazione dell’Aeronautica militare italiana. Nel 1931 veniva costituita ad Orbetello la Scuola di Navigazione Aerea Di Alto Mare, la NADAM, dove i piloti avrebbero avuto un severo addestramento, sotto il comando del Col. Umberto Maddalena; in seguito alla morte del Colonnello la scuola verrà diretta dal 1932 dal Generale Aldo Pellegrini. L’occasione per la trasvolata fu l’Esposizione universale che si tenne a Chicago per festeggiare il centenario della città. Con 13 tappe gli idrovolanti fecero tutto il percorso e ritorno a Roma, ma non tutti: uno andò perso in un incidente sulla via del ritorno e causò la morte di Enrico Squaglia, decorato con medaglia d’oro al valore aeronautico, alla memoria. Ma non fu l’unico grave incidente: già il mese prima, nel luglio, in un’ altra sciagura aveva perso la vita il sergente motorista Ugo Quintavalle. L’impresa voleva essere, come disse lo stesso Balbo, “una manovra in grande stile non una gara di velocità”; erano gli anni in cui il fascismo voleva farsi apprezzare in tutto il mondo con imprese eccezionali. Giunti a Chicago gli italiani vennero accolti da una formazione aerea statunitense disposta in modo da formare la scritta “Italy”, mentre attorno alla zona di atterraggio si presentò un numero impressionante di spettatori. La trionfale accoglienza fu evidenziata dalla scoperta della targa della General Balbo Avenue, il monumento a Cristoforo Colombo, la consegna della chiave in oro della città da parte del sindaco di Chicago, l’omaggio di una tribù Sioux che proclamò Balbo suo capo onorario con il nome di Aquila volante. Un enorme successo che fu replicato all’arrivo a New York con la famosa sfilata di Broadway che ne decretò il trionfo e venne coronato dall’invito del presidente F. D. Roosvelt alla Casa Bianca. Si volle proclamare la giornata del 15 luglio “Italo Balbo’s day” e chiamare la settima strada “Balbo Avenue”, mentre il prestigioso “Time” gli dedicava la copertina. Al suo ritorno in Italia Balbo veniva nominato Maresciallo dell’Aria. Ma chi era Italo Balbo? I nostri ricordi di scuola ci portano alla memoria che fu uno dei quadrumviri, uno dei quattro (Italo Balbo, Cesare Maria De Vecchi, Emilio De Bono, Michele Bianchi) che guidarono la Marcia su Roma del 1922. Ma Balbo fu anche molto di più: comandante generale della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, Sottosegretario all’economia nazionale e poi alla Regia Aeronautica; in seguito Ministro dell’Aeronautica e con questo incarico guidò sia la Crociera transatlantica Italia-Brasile che quella del Decennale. Fu governatore della Libia e cadde sotto il fuoco della contraerea italiana che lo colpì per errore nel 1940 sul cielo di Tobruch. Organizzò la Crociera aerea del Mediterraneo occidentale nel 1928 e l’anno seguente quella del Mediterraneo orientale. Ancora più famose saranno la Crociera transatlantica Italia-Brasile del 1930 e soprattutto la Crociera del decennale. Balbo fu uno dei gerarchi più noti e famosi, tanto da far ombra alla stessa figura di Mussolini, con il quale si trovò in disaccordo più volte. Va ricordato, comunque, che due giorni dopo la morte di Balbo un aereo britannico lanciò sul campo italiano una corona d’alloro accompagnata da un biglietto con questa scritta: «Le forze aeree britanniche esprimono il loro sincero compianto per la morte del Maresciallo Balbo, un grande condottiero e un valoroso aviatore che la sorte pose in campo avverso.»
Il Barbarossa